mercoledì 3 giugno 2009

AMAZZONIA è la vita / da leggere

AMAZZONIA: CHE MACELLO!/ Greenpeace pubblica l'inchiesta che denuncia le attività che distruggono la foresta
ROMA (UnoNotizie.it)
Dopo tre anni di indagini sotto copertura, Greenpeace pubblica l’inchiesta “Amazzonia, che macello!” fornendo una sconcertante fotografia del complesso mercato globale della carne e della pelle. Rivela come i giganti brasiliani del comparto zootecnico – parzialmente partecipati dallo stesso governo brasiliano – stanno distruggendo l’Amazzonia e il clima del nostro pianeta. In quest’inchiesta, per la prima volta, emergono i nomi di marchi come Geox, Adidas, Chateaux d’Ax, Kraft e Cremonini che nascondono dietro i loro processi produttivi storie di deforestazioni, incendi, abusi e nuova schiavitù della popolazione locale.
Nell’inchiesta, Greenpeace, si concentra principalmente sulla deforestazione illegale. Le prove raccolte dimostrano che i giganti del mercato della carne e della pelle brasiliani (Bertin, JBS, Marfrig, ecc.) vengono regolarmente riforniti da allevamenti che hanno tagliato a raso la foresta ben oltre i limiti consentiti dalla legge. Questi allevamenti continuano a distruggere un ettaro di foresta amazzonica ogni 18 secondi.
I dati a disposizione di Greenpeace dimostrano, inoltre, che alcune delle fattorie che riforniscono Bertin, JBS e Marfrig utilizzano forme illegali di lavoro schiavile e occupazione di riserve indigene.
“Le scarpe che usiamo tutti i giorni, il divano nel nostro salotto, la carne in scatola che compriamo al supermercato e persino i pasti pronti che consumiamo sul treno o in autostrada possono avere un’impronta ecologica devastante sull’ultimo polmone del mondo e sul clima del nostro pianeta” spiega Chiara Campione, responsabile della campagna foreste di Greenpeace.
L’allevamento bovino in Amazzonia ha impatti disastrosi anche a livello sociale, compresi fenomeni di nuova schiavitù. In Brasile, nel 2008, ben 3005 nuovi schiavi sono stati liberati da decine di aziende zootecniche. Il 99 per cento di questi erano tenuti prigionieri in Amazzonia.
“E’ il tempo del coraggio e della responsabilità per i nostri governanti e per le aziende che stanno dietro ai marchi globali se vogliamo vincere la sfida del cambiamento climatico. Per produrre una paio di scarpe sportive, invece, rischiamo di deforestare illegalmente, promuovere forme di nuova schiavitù e accelerare il cambiamento climatico. Per questo chiediamo a tutti i marchi coinvolti di interrompere immediatamente i rapporti commerciali con aziende o allevamenti che sono legati alla distruzione dell’Amazzonia” conclude Campione.
A livello globale la deforestazione determina il 20 per cento (o un quinto) delle emissioni di gas serra. Il Brasile è il quarto più grande emettitore di gas serra a livello globale (dopo Usa, Cina e Indonesia). Per promuovere la crescita della produzione di carne e pelle il governo brasiliano sta investendo per sviluppare ogni singola parte della filiera della carne e delle pelle nel Paese divenendo a tutti gli effetti un socio in affari della distruzione della foresta. La conferenza sul Clima di Copenhagen, che si terrà a dicembre 2009, è un’opportunità unica per tutti i governi che dovranno prendere misure efficaci per ridurre drasticamente le emissioni di gas serra a livello globale. Un vero accordo per la salvezza del clima e del pianeta deve includere azioni concrete e fondi adeguati per fermare la deforestazion e.
Immagini degli allevamenti bovini e degli incendi in Amazzonia in anteprima esclusiva al TG3 delle 14 con intervista a Chiara Campione.

lunedì 4 maggio 2009

PARLAMENTO PULITO

Metteresti mai un virus a capo del reparto di infettivologia? Metteresti mai un rapinatore come guardia giurata di una banca? Metteresti mai tua suocera come garante della privacy del tuo matrimonio? Noi mettiamo condannati in via definitiva a sedere in parlamento. Trecentomila persone hanno firmato per un parlamento pulito, ma queste trecentomila firme languono sotto chili di scartoffie. Il senato non se ne occupa. E' normale. Sarebbe come affidare a Casanova la direzione di un corso prematrimoniale, o a Pietro Gambadilegno un commissariato di polizia. Ma questi mafiosi, questi corruttori, questi ladri non ci sono mica andati da soli al Parlamento. Ce li hanno mandati altri mafiosi, altri corruttori, altri ladri. E allora ti dico una cosa. Non basta mandare a casa i parlamentari condannati in via definitiva. Bisogna togliere il diritto di voto ai cittadini italiani disonesti, ai cittadini italiani condannati in via definitiva. Perchè i mafiosi voteranno altri mafiosi. I corrotti voteranno altri corrotti. I ladri voteranno altri ladri. Ma ti dirò di più. Tu ...che hai dato la tua preferenza in cambio non di un servizio generale che andasse a vantaggio della collettività, ma di un tuo tornaconto personale. Tu che volevi il futuro assicura to, la pancia piena senza fare niente, possibilmente grattandotela. Magari un ruolo da funzionario, da burocrate, magari volevi fare il bortaborse, oppure il sotto-sottosegretario all'usciere del palazzo regionale. Tu, che hai mandato qualcuno nei ruoli chiave delle istituzioni non per la forza delle sue idee, dei suoi programmi, ma in base a quanto poteva soddisfare la tua avidità. Tu che hai mandato un ladro nelle istituzioni, perchè qualcuno che ti regala un posto di lavoro che non gli appartene è un ladro... Tu che hai praticato il voto di scambio... Tu non hai il diritto di voto. Aristotele aveva ragione. In una democrazia compiuta non possono mica votare tutti. Dovrebbero votare i migliori, aristos, gli illuminati. I due terzi, un terzo della popolazione, io non lo so... Ma se guardi Uomini e Donne, se ti interessi solo di tronisti e troniste, non puoi votare. Se ti diverti come un pazzo dietro al Grande Fratello, dove quattro scimmiette ammaestrate urlano, gridano, saltano, cantano, schiamazzano nonostante abbiano 28, 30 anni, e lo fanno come adolescenti idioti in età prepuberale, ...non puoi votare. Se ti piace andare allo stadio con una spranga per picchiare gli altri, per tirare giù i motorini dagli spalti, non puoi votare. Perchè per votare bisogna avere un po' di senso civico, bisogna avere dimostrato di conoscere le istituzioni, di sapere quello che si sta facendo. Non si può leggere solo di gossip per cinque anni, e poi infilarsi in quella cabina elettorale con una matita copiativa in mano puntata come un fucile verso la democrazia. Se sei una persona così, non puoi votare. Per certe trasmissioni dovrebbe essere previsto il reato di circonvenzione di incapace finalizzata allo sfruttamento e al mantenimento dell'ignoranza. Altrimenti non si capirebbe come fanno ad essere eletti questi personaggi come quel Provoloni - come si chiama - quello che vuole la doppia corsia nei pronto soccorso dei territori amministrati dalla Lega. Due code diverse, con priorità diverse, con bollini diversi, con dottori diversi. Così se da una parte arriva un extracomunitario con le budella di fuori e i dot tori sono impegnati perchè stanno curando qualcuno che magari è infartuato, mentre nell'altra corsia altri dottori si girano i pollici nel tentativo di riattacare la dentiera a mia zia che ha 75 anni, quello con le budella di fuori deve aspettare. Altrimenti non si capirebbe come facciamo ad eleggere persone che poi bruciano la bandiera, né come facciamo a mandare ministri, parlamentari che si sputano, si picchiano in aula. Come fanno poi a fare una buona legge contro la violenza? Altrimenti non si capirebbe come facciamo ad eleggere persone che a una convention del PDL danno della zoccola a un membro della loro stessa squadra di governo. Come fanno poi a fare una buona legge per favorire l'emancipazione della donna, che ci vede agli ultimi posti in Europa?<> Per questo io propongo l'istituzione della Patente Elettorale, per conseguire la quale bisogna dimostrare di saper disquisire in scioltezza di concetti quali la separazione dai poteri, del ruolo chiave dell'informazione in una moderna democrazia. E dev'essere una patente a punti. Ogni volta che si commette un illecito amministrativo o un'infrazione vengono decurtati dei punti. Ogni volta che si viene condannati si perdono dei punti. Per votare in un referendum, che è la massima espressione di uno stato democratico, bisogna essere a punteggio pieno. Per votare alle politiche bisogna avere almeno la metà dei punti disponibili. Per le amministrative e le comunali, qualche punto residuo bisogna ancora averlo. Ma senza punti.. . Senza punti te ne stai a casa. E lasci l'Italia in mano agli italiani onesti.
Petizione di Andrea D'Ambra

mercoledì 22 aprile 2009

GENCHI / LA LEGGE E' UGUALE PER POCHI

L'avvocato di Genchi: ''Nell'archivio del consulente le indagini sulla procura di Roma''di Redazione - 21 aprile 2009“Siamo oltre il porto delle nebbie”. Lo ha dichiarato Fabio Repici, avvocato di Gioacchino Genchi, in seguito alla decisione della procura di Roma di non restituire l’archivio del consulente nonostante l’ordinanza del Tribunale del Riesame. “Oggi – ha spiegato il legale, la procura capitolina – ha fatto ammutinamento rispetto ai provvedimenti dei giudici che hanno decretato l’illegittimità totale dell’operato della stessa Procura. I reperti che la Procura di Roma sta mantenendo abusivamente in sequestro sono tutti di proprietà del dr. Gioacchino Genchi”. Per tale motivi oggi i pm romani “si sono resi responsabili, tra l’altro, dei reati di rifiuto di atti d’ufficio e di appropriazione indebita”. Tanto più che “nei supporti informatici trattenuti ci sono atti relativi a delicate indagini per le quali il dr. Genchi aveva ricevuto incarichi dall’Autorità giudiziaria. E ci sono perfino atti e intercettazioni che riguardano il procuratore aggiunto Toro: tra l’altro sue conversazioni nelle quali nel maggio 2006 concordava con altra persona, con insospettabili capacità profetiche, gli incarichi al ministero della giustizia presso l’appena nominato ministro Mastella e presso altri ministeri, riferendo anche gli incarichi graditi da altri magistrati romani, ivi compreso il dr. Nello Rossi. I magistrati della Procura di Salerno sono stati cacciati su due piedi dal Csm per aver emesso un provvedimento dichiarato legi ttimo dal competente Tribunale del riesame. Mi chiedo: cosa assicura ai magistrati romani l’impunità davanti al Csm ed al ministro della giustizia? Mi auguro – ha concluso - che la risposta non sia da rintracciare nel contenuto di quelle conversazioni”.

lunedì 20 aprile 2009

GIOVANI GIA' VECCHI

"Caro vecchio del 2009,vecchio forse non si può più dire, è considerato un insulto. Ti chiamerò allora vecchio ragazzo. Un ragazzo invecchiato che ha il Viagra in tasca e la pensione e per informarsi guarda la tv. Un signore che legge i giornali di Regime. La Repubblica se andava alle feste dell'Unità, il Corriere se crede nelle istituzioni, il Giornale se non ha mai creduto in nulla. Sei sopravvissuto a tutto. Ad Andreotti, al muro di Berlino, alle Brigate Rosse e alle stragi di Stato. Qualche volta anche alla tua coscienza. La tua generazione è alla guida del Paese. Con quelle dentiere possono dire quello che vogliono. Ai vecchi si perdona, sono come i bambini, se devono dire una scempiaggine la dicono, se lo possono permettere. Infatti, le dicono ogni giorno. Il pesce più grosso dello stagno è quello che non si è ancora fatto prendere. Voi vecchi ragazzi siete abili, siete carpe da 10 chili. Il pesce più grosso è lo psiconano. 73 anni e un futuro davanti a sè. Il pesce più autorevole è il sermonista Scalfari. Tra voi ci sono alcuni vuoti. Uomini che non hanno mai visto i loro nipoti o un capello bianco sul pettine. Chi li ha uccisi, o chi è rimasto in silenzio, è ora un vecchio ragazzo, uno di voi. Impastato, Livatino, Fava, Borsellino, Falcone, Ambrosoli non saranno mai vecchi ragazzi. Non ti appartengono. Le generazioni che ti seguono però ti ammirano e, per fare carriera, ti imitano. Non sono vecchi ragazzi, ma ragazzi vecchi. Dimostrano la tua età, ma hanno venti/trent'anni in meno. Sono incartapecoriti come Fini o avvizziti come Tremonti o imbalsamati come D'Alema. I loro film preferiti sono la Mummia e la vita di Bottino Craxi. Sperano un giorno di ereditare il vostro potere, per adesso si accontentano degli avanzi che gettate sotto il tavolo. I piccoli e i medi comuni, quindi quasi tutti, sono cosa vostra. Il sindaco pensionato è la figura più diffusa della politica italiana. Molti vecchi ragazzi sono in pensione da decenni, dall'età di 50/55 anni. I tuoi nipoti la pensione non la vedranno mai. Per ora usano la tua. Sono disoccupati, precari. Una volta erano il bastone della vecchiaia. Oggi, sei tu il bastone della loro giovinezza. Chi si fa i fatti suoi campa cent'anni. Questo è un Paese per vecchi, per vecchi ragazzi. Il potere logora chi non ce l'ha e tu non lo hai mai mollato. Forse un passo indietro è necessario da parte tua. Altrimenti, corri il rischio che i giovani ti facciano fare due passi avanti".

domenica 19 aprile 2009

SE SI LAVORA BENE I RISULTATI NON MANCANO

La giunta comunale blocca la dismissione del patrimonio comunale.Una prima vittoria per la Campagna Tutti a Casa. Nella delibera di giunta approvata due giorni fa dalla giunta comunale di Napoli viene bloccata la procedura di dismissione del patrimonio pubblico del Comune di Napoli. Oltre 13 mila alloggi la cui svendita e’ per ora bloccata. Dopo le denunce sul comportamento della Romeo S.p.a che gestisce la transizione della vendita da parte della Campagna Tutti a Casa, dopo le mobilitazioni per garantire il diritto dei cittadini, come sancito nella delibera comunale del 30.03.06 di impedire la vendita dell’alloggio, finalmente il blocco della dismissione.
L’assessore al patrimonio del Comune D’Aponte ha convenuto sul fatto che il regolamento di dismissione sia poco chiaro. Una prima fondamentale vittoria della Campagna Tutti a Casa, campagna per la dignita’ ed il diritto all’abitare nata alcuni mesi fa con il duplice scopo di tutelare i cittadini che abitano in case della Romeo, e con l’intenzione di rilanciare un movimento cittadino di lotta per la casa.
Attendiamo di leggere i termini della delibera per capire bene il Comune come intende attrezzarsi per gestire la fase della sospensione della dismissione, ma rilanciamo in avanti la battaglia per la rescissione di tutti i contratti tra la Romeo S.p.a. ed il Comune di Napoli, necessari dopo che la cattiva gestione e gli scandali hanno fatto emergere le responsabilita’ della Romeo sullo stato pietoso del patrimonio pubblico. La prossima settimana ci sara’ una nuova assemblea pubblica della Campagna Tutti a Casa insieme agli inquilini interessati dalla svendita del patrimonio comunale presso lo Spazio Sociale Parco San Gennaro nel Rione Sanita’ per mettere in campo iniziative tese ad ottenere un incontro immediato con l’Assessore al patrimonio D’Aponte per chiarire i termini della sospensiva.
Intanto sul fronte dell’emergenza casa la Campagna Tutti a Casa, attraverso i suoi sportelli in citta’ (capodimonte, centro storico, rione sanita’, ferrovia) ha attivato da lunedi’ prossimo la compilazione delle liste di occupazione di alloggi sfitti.
Studenti, famiglie, migranti, precari, possono iscriversi alle liste di occupazione per riappropriarsi del diritto all’abitare, un diritto fondamentale ed assolutamente insoluto nonostante gli spot di Berlusconi sul piano casa.
Contro la crisi cominciamo dalle case !Campagna “Tutti a Casa”campagna per la dignita’ ed il diritto all’abitare
Parole chiave: assessore al patrimonio, comune, D’Aponte, dismissione, napoli, Parco San Gennaro, patrimonio comunale, svendita, Tutti a Casa
Inserito da La Rete Civica di Napoli
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sabato 18 aprile 2009

ABRUZZO / IL SINDACO AVEVA INVIATO UN TELEGRAMMA 5 GIORNI PRIMA

Il sindaco chiese aiuto prima del sisma "Aiutateci, qui è già emergenza"
di GIUSEPPE CAPORALE
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L'AQUILA - Una richiesta d'aiuto. Cinque giorni prima della tragedia. Contenuta in un telegramma urgente. Una richiesta rimasta inascoltata. Mittente, il Comune dell'Aquila. Destinatari, la presidenza del Consiglio dei ministri (dipartimento della Protezione civile), il governatore della Regione Gianni Chiodi, l'assessore regionale alla Protezione civile Daniela Stati e la Prefettura dell'Aquila. Oggetto: una istanza per la dichiarazione dello "stato d'emergenza" per la città dell'Aquila, assieme alla segnalazione dello sciame sismico in corso, e di gravi lesioni ad edifici pubblici e privati. Per colpa del terremoto. Già, perché all'Aquila il terremoto c'era già, da mesi, con una frequenza sismica ormai quotidiana. La scossa del 30 marzo scorso (con un quarto grado di magnitudo) aveva poi scatenato il panico in città con l'evacuazione di diversi uffici pubblici, oltre a lesioni gravi per migliaia di palazzi. Con una stima dei danni pari a 15 milioni di euro. Era stata, fino a quel momento, la scossa più forte registrata all'Aquila dal 1967. E anche questo aveva spinto il sindaco Massimo Cialente a spedire un telegramma a Palazzo Chigi. Ma quella missiva (recuperata solo ora tra le macerie degli uffici comunali) cadde nel vuoto. Del resto, proprio per la presenza dello sciame sismico e la paura diffusa nella provincia aquilana - appena il giorno prima - su richiesta del capo della protezione civile Guido Bertolaso, si era riunita all'Aquila la Commissione Nazionale Grandi Rischi. Una riunione che però non aveva - evidentemente - tranquillizzato Cialente. Che il giorno dopo decise di scrivere il telegramma. Questo il testo: "In relazione ai gravi e perduranti episodi di eventi sismici il cui inizio risale al 16 gennaio scorso, sotto forma di quotidiano sciame sismico di complessive 200 scosse e oltre, culminato con scossa di quarto grado il 30 marzo scorso, chiedesi urgente e congruo stanziamento di fondi per prime emergenze, nonché dichiarazione stato emergenza ai fini dell'effettuazione dei necessari interventi di ripristino idoneità degli edifici pubblici e privati. Inoltre, si segnalano in particolare gravissimi danni strutturali in due edifici scolastici ospitanti cinquecento alunni".
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Per il sindaco, oggi, questo telegramma ha il sapore di una drammatica beffa. "Ho fatto tutto il possibile... Adesso dobbiamo solo ricostruire ciò che abbiamo tragicamente perso. Piangere il nostro dolore e andare avanti". Più dura la posizione della presidente della Provincia dell'Aquila, Stefania Pezzopane: "La settimana tra il 30 marzo e il 5 aprile, è stata fatale per il nostro territorio. Lanciavamo continui appelli, la gente fuggiva in strada per paura delle scosse. Ci era stato detto che la nostra era una psicosi, che avremmo dovuto avere un atteggiamento diverso, di serenità. Invece..". E prosegue: "Possibile che le due scosse avvenute la notte del 5 aprile, poche ore prima della tragedia, non abbiamo fatto suonare un benché minimo campanello d'allarme? Molti di quelli che si sono salvati, quella notte hanno dormito in macchina".
(18 aprile 2009) Tutti gli articoli di cronaca
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mercoledì 15 aprile 2009

GIUSTO NON DARE SOLDI PER IL TERREMOTO?

"MA IO PER IL TERREMOTO NON DO NEMMENO UN EURO..." di Giacomo Di Girolamo Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda. Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle t estimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare. Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un cent imetro. Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia del nostro Paese. E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella. C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli altri – da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno? Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente? Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce “new town”. E’ un brand. Come la gomma del ponte. Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che “in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva. Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è. Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni terremotate. Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata. Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente. Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima? Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a L’Aquila in realtà era un albergo, che un tratto di penna di un funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo. Ecco, nella nostra città, Marsala, c’è una scuola, la più popolosa, l’Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso qu asi 7 milioni di euro d’affitto fino ad ora, per quella scuola, dove – per dirne una – nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il terremoto! Lo scirocco! C’è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto. Ecco, in quei milioni di euro c’è, annegato, con gli altri, anche l’euro della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto. Stavo per digitarlo, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per quella bestialità che avevano detto. Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne vo glio se qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta all’opposizione) perché c’è il terremoto. Come l’11 Settembre, il terremoto e l’Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto. Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta sempre più rabbia. Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa pianto, quando sento dire “in Giappone non sarebbe successo”, come se i giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know – how del Sol Levante fosse solo un’ esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all’atto pratico. E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia. Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso. Come la natura quando muove la terra, d’altronde. Giacomo Di Girolamo

DELINQUENTI da LEGGERE

Di fronte al mare, all’immenso, viene da pensare alla natura, alla perfezione della natura. Il mare, la spiaggia, i detriti che porta il mare che poi se li riprende, poi li riporta, la sabbia, i ciottoli, i ciottoli. Sabbia, poi va via la sabbia, rimangono i ciottoli, vanno via i ciottoli, arriva la sabbia, è un ripercuotersi di cose perfette che si intercalano in un disegno fantastico, allora viene spontaneo parlare di natura, di terremoti. Il terremoto ce l’abbiamo dentro, non siamo mai fermi, la terra si muove, abbiamo piccole scosse. Sempre piccole scosse, noi conviviamo con un disegno più alto di noi che ha cinque miliardi di anni. L’unica cosa che sappiamo, che non c’è responsabilità più in niente, non sappiamo nulla, vanno giù le case, dovevano andare giù nel terremoto dell’Abruzzo, dovevano rimanere su, chi è il responsabile, mettiamo in galera Giuliani, quel tecnico che aveva semi-previsto, perché non si può neanche dire che poteva avere semi-previsto, c’era uno sciame di scosse in Abruzzo da un mese, allora mettiamo in galera lui per tentata cosa, non so, mettiamo in galera Travaglio? Santoro? Mettiamo in galera questo, questa gente deve andare in galera. L’Impregilo no? L’Impregilo deve essere perfetta, la nostra grande impresa del Creato che mette tutto a posto, che costruisce magari con questa sabbia. Costruisce ospedali, abitazioni, ma soprattutto l’ospedale dell’Abruzzo, de L’Aquila, che è andato giù, che non è agibile per il 90%, sono sempre gli stessi! Sempre gli stessi sono! Vai a vedere chi ha l’Imprégilo, o Impregìlo, lì ci sono sempre gli stessi, ci sono i Benetton, c’è Gavio, Ligresti, questa gente vorrebbe fare le centrali nucleari anche in Abruzzo! Siamo senza ormai ritegno, ci meritiamo di scomparire tutti, ma Dio, Dio, Dio, per l’amor di Dio dove sei? Dio non perdonare perché questi sanno quello che fanno! Allora voglio capire, si poteva prevedere, non si poteva prevedere, non voglio accusare nessuno, ma sono rimasto esterrefatto, sono incazzato come una bestia! Il terremoto avviene alle 3 di notte e la Prefettura viene avvisata a mezzanotte, quelli della Prefettura portano via i coglioni a mezzanotte, il terremoto avviene alle 3, quelli della Prefettura che dovrebbero essere il centro della raccolta, dell’unità di crisi, si parla di unità di crisi, la grande Prefettura portano via i coglioni di notte senza dire niente a nessuno?! I funzionari si salvano e i cittadini muoiono? E devo sentirmi dire queste cose in televisione da Travaglio, ho fatto un salto così dalla sedia e questo Fini, questa pezza da piedi che dice delle cose… è esterrefatto, ha detto: “è una vergogna la RAI”, te lo dico io (Musso)Fini te lo dico io, sei tu una vergogna che non l’hai neanche vista la trasmissione, qui parliamo di prevenire le cose, non di dire… scappa la Prefettura, non ho mai visto… è come se qui, nella pineta prende fuoco la pineta, arrivano i pompieri e scappano, ma stiamo scherzando?! La vergogna caro (Musso)Fini, la vergogna è questa gente che fa spot sulla pelle degli altri! La grande vergogna è vedere in televisione Del Turco, Presidente dell’Abruzzo, arrestato per aver preso tangenti per la sanità e il suo ospedale, dentro la sua regione è venuto mezzo giù, questa è la vergogna, far parlare questa gente! Questa è la grande vergogna, la vergogna dell’informazione che date, non di Travaglio e di Santoro, la vergogna vera è di quell’altra pezza da piedi che è Riotta, ricotta che se ne va alla grande. 70 secondi di RAI, pagate dal mio canone, toh, non ti do più una lira e con noi 160 mila persone non ti danno più il canone e saremo sempre di più, bene, fa 70 secondi sullo share dei morti, dicendo: il nostro Tg ha fatto l’audience, il nostro Tg ha le 15 ha fatto l’audience, alle 17 ha fatto l’audience, fate schifo! Fate schifo! E siamo scemi, moriamo come stupidi, senza poter dire nulla, fare nulla, siamo ormai dei coglioni. Un uomo, un uomo che è stato Ministro della… come chiamarlo Stanca, era un magazziniere dell’Ibm, fa una roba incredibile su… fa un sito www.italia.it, ve lo ricordate? Rimettiamo 40 milioni di Euro di investimento che non si sa dove sono andati a finire, bastavano 200 mila Euro per fare un sito così, non è mai stato aperto, uno così da mandare via a calci nel culo, lo chiamano per fare l'amministratore delegato dell’Expo, lui chiede 750 mila, loro gliene danno 450 mila, lui accetta 450 mila Euro l’anno per fare l’amministratore delegato, uno così, mantenendo il suo posto di Deputato o Senatore, non so se è deputato o senatore, con il doppio lavoro, 250 mila Euro per essere deputato o senatore, 450 mila Euro per fare amministrare una cosa demenziale che è l’Expo! Allora siamo noi stupidi, chi siamo? Abbiamo gente così al governo con due lavori? Ghedini, Ghedini, l’Avvocato di Berlusconi, che va in televisione a fare "co, co, co, co" prende due stipendi? E quando fa il deputato uno così? Se è sempre a fare processi per difendere quel nano lì che ormai è uguale a quello che mettono sul carro a Viareggio, è di cartone arancione con i cappelli di cemento? Fosse il cemento che si sbriciola come le case dell’Abruzzo, gli si sbriciolassero i capelli! Siamo in mano a dei dementi, della gente che… ci vuole veramente uno psichiatra qui, ci vuole uno psichiatra! E adesso questi manager intoccabili, li vedi sono sempre gli stessi. Buora scappa, se ne va dalla Telecom e dall’Impregilo, allora sono sempre gli stessi, porta di una puttana. Allora adesso c’è il boss-napping, adesso vanno a prenderli, finalmente! Hanno cominciato a Bruxelles, hanno sequestrato per modo di dire, li hanno sequestrati nel proprio ufficio, tre dirigenti della FIAT perché avevano licenziano 15 persone, in Piemonte abbiamo fatto di più! Grandi in Piemonte. Per aver licenziato 140/150 persone di Benetton, hanno sequestrato il manager che firma, basta, è finita l’epoca che firmate, mandate a casa migliaia di persone e voi ve ne andate con i bonus e le stock option, è finita, deve finire! Bernabè ti vedo già, dovrai licenziare dalle 6 mila alle 10 mila persone, ti terranno 3 mesi a te nell’ufficio, stai molto attento! Quindi questo è un mio sfogo che voglio fare tutte le settimane, questo 168 deve diventare un appuntamento pazzesco, mi sto sfogando perché, non so neanche io perché mi devo sfogare tutte le volte. Faccio un annuncio, Gavio, Ligresti, Benetton, per fare l’Expo, quello che farete, per fare le vostre centrali nucleari, guardate che bella sabbia che c’è qua, non costa un cazzo, venite a prendervela, non costa niente, fate le vostre centrali nuclearine, ci dite che sono sicure e noi siamo contenti, possiamo solo scomparire, polverizzarci o essere radioattivi, grazie di tutto, buona Pasqua anche a voi che spero sia l’ultima!

sabato 11 aprile 2009

HAMAS / PER IL BENE COMUNE

Per il Bene Comune incontra Hamas
Le dichiarazioni di Khaled Mashaal, Segretario dell'Ufficio Politico di Hamas, durante l'incontro con Monia Benini, Fernando Rossi, Mohammed Hannoun.

«Sono molto felice per questa visita coraggiosa, che sarà molto apprezzata dai Palestinesi. Voi esprimete la coscienza mondiale, rappresentate i vostri popoli.
Siamo spiacenti delle posizioni politiche occidentali ma siamo consapevoli che i popoli pensano diversamente.
Il nostro popolo rispetta i Paesi che hanno accolto i Palestinesi: il nostro è un rapporto amichevole con le vostre società. Ogni singolo Palestinese porta rispetto per la vostra cultura, alla quale auguriamo prosperità.
La speranza è che anche i vostri governi siano spinti a lavorare nella direzione in cui si pone la vostra visita.
Hamas è il presente e il futuro Palestinese: si pone con legittimità e lavora con fiducia per un movimento pulito, che tenga al centro la moralità. Questa vostra visita è politicamente giusta, dal momento che sostiene una causa giusta, rispetto ad un popolo che vive per metà nell'occupazione da parte israeliana e per metà nella diaspora. Voi sostenete un popolo che vincerà, e quando avremo lo stato palestinese non potremo che esservi riconoscenti per l'impegno.
Noi desideriamo la conciliazione palestinese. La nostra delegazione a Il Cairo è composta da 45 membri, ed è legittimata a proseguire fino alla fine; la delegazione è più grande per poter discutere di tutti gli argomenti. Ci sono tuttavia alcuni ostacoli fondamentali.
Al Fatah mette la condizione che il governo di unità nazionale deve riconoscere il Quartetto, sostenere gli impegni assunti dall'OLP, e non rendere difficile l'embargo. Queste sono umiliazioni: dal momento che nelle condizioni vi sono anche il riconoscimento di Israele e l'abbandono della resistenza, mentre Israele è venuto meno a tutti gli accordi precedenti. Perchè quindi i Palestinesi non accettano le condizioni? Perchè nessun popolo accetta di essere obbligato a delle condizioni imposte dal suo nemico. La Clinton ci ha imposto delle condizioni, mentre subito dopo ha lasciato la piena libertà a Nethanyau per la formazione del governo israeliano. Gli Stati Uniti, con il Quartetto, mettono il veto su Hamas, ma non fanno la stessa cosa per Israele. Il nostro popolo dunque vive l'oppressione della comunità internazionale che accetta i risultati delle elezioni israeliane (come anche Abu Mazen), ma non quelli palestinesi.
Il governo palestinese deve potersi autoregolamentare democraticamente. Per questo vi chiedo di trattare con rispetto i Palestinesi e di consentire loro di poter scegliere liberamente i loro rappresentanti. Pensate invece che la sorte dei Palestinesi è sospesa a Il Cairo in attesa delle decisioni americane, mentre alla Mecca si era già giunti ad un accordo fra Hamas e Fatah per un governo di unità nazionale. Se incontrate qualche rappresentante di Al Fatah, chiedete loro se è possibile che la propria comunità sia sottoposta al volere di Israele. Provate a chiedere loro se Arafat ha rispettato gli accordi e i Palestinesi sono riusciti ad avere i loro diritti. Chiedete loro chi ha ucciso Arafat.
I popoli liberi non accettano di essere condizionati.
L'OLP è l'organizzazione che ha fatto conoscere i Palestinesi. Perchè l'OLP invece si è completamente fiaccata? Noi insistiamo per entrarvi e per ripristinare il suo ruolo propulsivo. Secondo Al Fatah, l’OLP è l’unico rappresentante legittimo dei Palestinesi, ma vieta ad Hamas di farne parte. Per quanto riguarda gli organi di sicurezza, la volontà di Fatah è quella di ricrearli in modo professionale, lontano dai partiti, ma solamente a Gaza, dal mometo che la Cisgiordania è sotto il loro controllo, con la supervisione del generale americano Dayton.
Un altro ostacolo è rappresentato dai detenuti palestinesi nel carcere di Abbas (più di 600). Che significato hala conciliazione mentre i nostri simpatizzati sono in carcere? LA scusa è quella che a decidere è Fayad: ma se non ha il potere di decidere, che governo è? Nonostante tutto ciò, comunque siamo intenzionati a proseguire con la conciliazione.
Per quanto riguarda il massacro a Gaza, la ricostruzione deve avvenire con due condizioni: la riconciliazione con Abbas e la tregua con Israele. Rinviare il soccorso e la ricostruzione sino al raggiungimento delle condizioni è inconcepibile, ma ci troviamo costretti a seguire queste due strade per non rinviare gli interventi. Per la questione di Israele siamo stati a Il Cairo per un mese per trattare la tregua, e a un passo dalla chiusura, Olmert è ripartito da capo con il rilascio del soldato israeliano, allo scopo di rimescolare le carte in gioco. Noi possiamo rilasciare Shalit se vengono rilasciati i nostri detenuti. Olmert per non rilasciarli tutti ha sospeso la tregua. Potete immaginare se fosse Hamas il responsabile di questo, mentre oggi invece vediamo che nessuno oggi mette in discussione l’ateggiamento di Israele. Sono stati gli Egiziani ad aprire l’argomento Shalit. Gli incontri proseguono, ma Israele ha sosp eso l’incontro. In cambio abbiamo chiesto il rilascio di 1000 detenuti: donne, bambini e membri del CLP, in due fasi: 450 in ua prima fase e 550 in quella successiva. All’inizio Israele ha accettato, ma quando hanno visto la lista dei detenuti, le autorità l’hanno respinta, dicendoci che, rispetto ai primi 450, 120 prigionieri non verranno rilasciati, e 130 saranno rilasciati, ma espulsi dai territori. Come sarebbe stato possibile accettare una simile condizione? Specie tenuto conto del fatto che Olmert insisteva dicendoci che se avessimo rifiutato nell’immediato, in futuro gli Israeliani non sarebbero stati così disponibili. Di fatto Olmert vuole il rilascio del soldato prima di andarsene, ma tutto è in stallo.
Abbiamo dovuto constatare la durezza nella coscienza umana rispetto alla ricostruzione e ai soccorsi a Gaza, con la chiusura dovuta alle condizioni imposta da Israele. La vittima di questo atteggiamento è il popolo palestinese e, malgrado tutto, le altre parti insistono sul non riconoscimento di Hamas. Il crimine di gennaio doveva sradicare Hamas, ma la resistenza palestinese p stata sorprendente: l’embargo è fallito, l’occupazione è fallita, la guerra è fallita.
Quando abbiamo vinto democraticamente le elezioni, non ci hanno riconosciuto, anche grazie al ruolo attivo della parte perdente, sostenuta attraverso ingenti finanziamenti esterni. Hamas è quindi consapevole che dovrà resistere per una lunga battaglia.
Vorrei suggerire alcune questioni in merito al ruolo dei presenti a questo incontro:
vorrei chiedervi di fare pressione sui governi per la ricostruzione di Gaza; noi non poniamo nessuna condizione o vincolo sul come fare. Certo, se avremo un nostro governo di unità nazionale, sarà più facile; ma se ciò non avvenisse in tempi brevi, perché si dovrebbe ritardare ulteriormente la ricostruzione? L’Europa può partecipare alla ricostruzione, e noi siamo disponibili ad un soggetto che gestisce i lavori che non sia di Hamas. E’ troppo urgente agire in questa direzione, perché oggi vi sono ancora tantissimi senza tetto.
Vorrei chiedervi di fare pressione sui governi per il riconoscimento di Hamas, che è rispettata dalla maggioraza dei Palestinesi. Hamas ha vinto le elezioni ed è la forza principale. Perché l’Unione Europea non si comporta giustamente verso Hamas? Tutti i popoli hanno storicamente combattuto contro gli occupanti. Perché invece i Palestinesi non possono avere una resistenza? L’Europa potrebbe assumere l’iniziativa per il cambiamento: è rispettata e conosce la zona del Medio Oriente; la sua cultura ci è vicina (anche dal punto di vista storico). L’Europa dovrebbe cambiare la propria politica e imporsi agli Stati Uniti. Mi auguro che le vostre iniziative continuino nel sostegno alla Palestina: per noi sono utili e ci danno fiducia, ma soprattutto sono importanti per i Palestinesi. La visita delle delegazioni a Gaza e a Damasco sono fondamentali, ma vi propongo di visi tare anche la Cisgiordania, in modo da vedere ciò che sta attuando il governo Abbas. Lo stesso Barghouti ha detto ad Hamas che quella di Fayad è una dittatura di polizia.
Vi chiedo di continuare nelle vostre missioni per incontrare i governi arabi. Molti temono gli USA: visitarli significa dare loro fiducia e sostenerli in un ruolo autonomo dagli Stati Uniti.

Scrivete, sollecitate i vostri governi. Fate conoscere la situazione e il popolo palestinese.»
(Khaled Mashaal, Segretario Ufficio Politico Hamas)

giovedì 9 aprile 2009

TERMOVALORIZZATORE / DA LEGGERE

Quello che nessuno vi ha detto sul termovalorizzatore di Acerra (e su quello che si sta meditando di mettere in provincia di Savona)AMBIENTE & NATURA, POLITICA — DI VALERIA ROSSI ON APRILE 4, 2009 AT 12:36
di VALERIA ROSSI - “LO STATO C’E'!” ha affermato trionfalmente il duce inaugurando il nuovo termovalorizzatore di Acerra, presunta risposta definitiva al problema dei rifiuti in Campania.Bene, allora forse sarebbe meglio che lo Stato non ci fosse. Quello che segue è un breve estratto dal discorso che avrebbe dovuto tenere il professor Federico Valerio dell’IST a una puntata di Superquark condotta da Piero Angela… che, guarda caso, è stata annullata. Ecco le sue parole:
“Nonostante i sofisticati sistemi di disinquinamento dei termovalorizzatori dell’ultima generazione, dai camini non esce, come qualcuno crede, profumo di limoni.
In base alle dichiarazioni pubbliche del Vice Commissario di Governo per l’emergenza rifiuti della Campania, il termovalorizzatore di Acerra “ garantisce” , per chi abita nelle zone di ricaduta dei suoi fumi, qualcosa come 1.024 tonnellate all’anno di anidride solforosa, acido cloridrico, polveri, ossidi di azoto ed una ventina di chili tra cadmio, tallio e mercurio.
Per quanto riguarda le emissioni di diossine e furani, la quantità giornaliera che il Vice Commissario di Governo per l’Emergenza Rifiuti, Bonifiche e tutela delle acque della Regione Campania “garantisce” ai cittadini di Acerra e dintorni è di 548 milioni di picogrammi: quanto basta per coprire la dose massima giornaliera giudicata tollerabile dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per tre milioni novecento quattordicimila e rotti soggetti adulti.
Ma l’impianto ambientale dei tanto decantati termovalorizzatori dell’ultima generazione non finisce qui.Molti degli inquinanti che meravigliosi macchinari sottraggono ai fumi non spariscono certo per magia!Rimangono intrappolati nelle cosiddette polveri volanti o nei fanghi prodotti dal lavaggio dei fumi.
In altre parole, i termovalorizzatori oltre che inquinanti aeriformi, producono rifiuti tossici che devono essere smaltiti con le dovute cautele.
E non è un problema da poco, anche in termini finanziari.I due tanto decantati inceneritori di Vienna, ogni anno spediscono 506 tonnellate di questi rifiuti da loro prodotti, nelle ex miniere di salgemma di Heilbrom, a nord di Stoccarda, con un viaggio di oltre 200 chilometri.E in queste stesse miniere finiscono, a caro prezzo, le polveri volanti dei termovalorizzatori tedeschi, come pure quelle prodotte dal termovalorizzatore di Breascia!
La stupidità della scelta che in modo massiccio si vuole imporre, anche con la forza, agli italiani è che i termovalorizzatori non riescono a far meno delle discariche.Dopo la termovalorizzazione, dal 20 al 30% in peso di quello che entra nell’impianto lo si trova, sotto forma di scorie e ceneri pesanti, tutt’altro che inerti come si vuol far credere, con l’aggravante che metalli e diossine, ancora presenti in queste ceneri, risultano più solubili e biodisponibili dei metalli e delle diossine che si trovano nei rifiuti prima della termovalorizzazione.
La stupidità della termovalorizzazione a tutti i costi è che esistono altri metodi, non solo accettati dalla popolazione, ma anche più economici, meno energivori, intrinsecamente a minore impatto ambientale, idonei a risolvere i problemi rifiuti e questi metodi sono: il riuso, il riciclaggio, il compostaggio, l’ossidazione biologica.Ancora migliori, dal punto di vista ambientale, economico energetico sono le politiche che inducono una minore produzione di rifiuti, come il compostaggio domestico e la reintroduzione del vuoto a rendere. Ognuno di voi faccia mente locale su quanta posta indesiderata ha trovato questa mattina nella propria casella postale, per valutare gli effetti di una semplice norma che vietasse la pubblicità a domicilio, o sul parabrezza delle auto, peraltro pratiche giudicate poco efficaci anche da parte degli stessi pubblicitari!La richiesta di privilegiare queste scelte, prima di pensare a qualunque termovalorizzatore, non è solo da parte di alcune minoranze disinformate, come in Italia si vuol far credere.E’ la scelta che gran parte dell’Europa ha avviato da tempo, ma ancor più, queste sono le scelte di una Nazione che non a caso, non viene mai citata dagli amici dei termovalorizzatori: gli Stati Uniti.In questo Paese, grazie ad opportune scelte politiche, la produzione procapite dei rifiuti si è ridotta, in dieci anni, del 19% ed è ormai stabile da diversi anni; il 32% di tutti i prodotti negli è riciclato o compostato e l’incenerimento è passato dal 30,6% degli anni “60”, all’attuale 15,9%. Questo forte calo non è casuale.La crisi degli inceneritori negli USA è cominciata quando gli Stati Federali, uno dopo l’altro, hanno deciso di non sovvenzionare l’elettricità prodotta dai termovalorizzatori. Questo ha comportato l’annullamento dei progetti di oltre duecento nuovi termovalorizzatori e la chiusura di numerosi altri impianti, diventati improvvisamente troppo costosi.La crisi dei termovalorizzatori negli U.S.A. ha costretto le multinazionali dei rifiuti a trovare mercati più facili nel terzo mondo e l’Italia, che offre generose sovvenzioni ed agevolazioni di ogni genere a chi realizza termovalorizzatori, è diventata terra di conquista”.

mercoledì 8 aprile 2009

TERREMOTO ABRUZZO

L'ospedale San Salvatore de l'Aquila è stato quindi costruito dalla stessa società che ha causato danni ambientali enormi con la TAV (oltre ad un'esplosione dei costi), che ha creato l'emergenza 'monnezza' in Campania, che ha sub-sub-sub appaltato i lavori della Salerno-Reggio, che dovrebbe costruire il Ponte sullo Stretto di Messina, che dovrebbe costruire le centrali nucleari in questo paese... che è perennemente indagata da decine di procure (e molte volte condannata).La domanda è: chi commissiona i lavori a questo losco, criminale e costosissimo fornitore? Chi li ha commissionati in questi anni? Con quali regole? E perchè viene difesa a spada tratta dai principali suoi interlocutori, sempre coincidenti con le forze di governo (in maniera bipartisan a quanto pare)?Ecco un altra notizia fresca:http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/italia/news/2009-04-07_107356064.html
Csm apre pratica per pm 'denigrati'
La denigrazione da parte di Berlusconi e di Impregilo ad Acerra
(ANSA)- ROMA,7 APR- Il Csm ha aperto la pratica a tutela dei pm di Napoli titolari dell'inchiesta sui rifiuti che sarebbero stati denigrati da premier e Impregilo. Secondo un documento approvato a larga maggioranza dai magistrati dell'ufficio e sottoscritto dallo stesso procuratore Giandomenico Lepore. Il fatto sarebbe avvenuto durante la manifestazione per l'inaugurazione dell'inceneritore di Acerra. Il fascicolo e' stato assegnato al togato di Md.Fa riferimento alle accuse rivolte da Silvio Berlusconi e i vertici di Impregilo alla magistratura che, indagando sui gravi illeciti commessi da Impregilo, ne ha ostacolato e ne ostacola i lavori....SE I LAVORI SON QUESTI, allora 1, 10, 100, 1000 magistrature a fermarli!

L'AQUILA NON C'E' PIU'

L'Aquila non c'è piùEccomi qui. Gli ultimi post sono stati scritti non di mio pugno. Era la mia amica Chiara che scriveva da Bologna. Questa sono io. La situazione è tragica. Inenarrabile. Io e la mia famiglia abbiamo perso tutto: case, lavoro, vita passata, radici. TUTTO. Ma quello che vorrei urlaste al posto mio è la rabbia di essere stati lasciati soli. Noi Abruzzesi siamo stati mandati a morte scientemente. Erano mesi e mesi di scosse, e nessuno ne ha mai parlato. Nessun giornale, nessun TG. NESSUNO. NESSUNO. NESSUNO. Nessun piano di emergenza era stato approntato. Siamo stati mandati a morte. Avrebbero dovuto farci evacuare. Il terremoto del 700 ha avuto la stessa casistica, gli stessi tempi. Identico. E loro ci rassicuravano. Parlano di 200 morti. Bugia. Al momento sono mille. E non è finita. E gli sfollati sono 60mila. Denuncio quell’imbelle del sindaco Cialente. La presidente della p rovincia Stefania Pezzopane. Tutte le autorità. L’Aquila non è. Fu. E noi tutti con lei. Si entra in città e non si hanno più punti di riferimento. Mio marito è entrato stamani. E’ tornato al campo sfollati. Non connetteva. Non sapeva più neanche il suo nome. Sono lucida. Le cose che vi dico sono verità. A presto. Anna

lunedì 6 aprile 2009

TERREMOTO / PREVISTO

Bertolaso dovrebbe pagare!!‏
Da:
mpc-campania@googlegroups.com per conto di zonacreativa (zonacreativa@libero.it)
Inviato:
lunedì 6 aprile 2009 18.00.47
A:
mpc-campania@googlegroups.com
Oltre all'articolo di Repubblica riportato di seguito, ulteriori 2 link sul ricercatore che ha indovinato il giorno esatto (e non per pratiche esoteriche) della forte scossa che gia' c'e' stata lo scorso 29 marzo.
Quel gran "genio" di Bertolaso l'ha denunciato!!!
Bertolaso non ha simpatia per le persone che fanno bene il proprio lavoro. E' solo un uomo vergognoso, ancora una volta.
Dopo aver pianificato lo scempio del piano rifiuti in Campania, dopo aver condannato i campani ad ammalarsi per il bene dell'ipregilio e del governo, si è macchiato di un'altro crimine. L'ennesimo motivo per chiederne le dimissioni e, se possibile, l'INCRIMINAZIONE!!!!!
http://www.unonotizie.it/4787-sisma-abruzzo-lo-studioso-giuliani-aveva-preannunciato-un-forte-terremoto.php http://www.agoravox.it/Il-terremoto-fantasma-punizione.html
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------Il ricercatore Infn, inventore di un sistema per prevedere i terremoti,nei giorni scorsi era stato accusato dalla magistratura di procurato allarmeLo sfogo di Gioacchino Giuliani"Qualcuno deve chiedermi scusa"di FEDERICA CRAVEROLo sfogo di Gioacchino Giuliani "Qualcuno deve chiedermi scusa"Gioacchino GiulianiTORINO - "Ci sono persone che devono chiedermi scusa e che avranno sulla coscienza il peso di quello che è accaduto". È arrabbiato, distrutto, Gioacchino Giuliani, ricercatore ai laboratori del Gran Sasso dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, che ha messo a punto un sistema in grado di prevedere i terremoti. Nei giorni scorsi lo strumento da lui creato aveva rilevato la presenza massiccia di precursori dei terremoti nella zona di Sulmona, attraverso i livelli di radon liberati dalla terra. Poi il sisma non era avvenuto e lui era stato denunciato per procurato allarme. Ma le sue previsioni, evidentemente, non erano errate, ma soltanto anticipate.Cosa ha pensato quando ha visto che il suo allarme non era ingiustificato?"Questa notte non sapevo più a chi rivolgermi, vedevo la situazione che stava precipitando e io non potevo fare nulla perché ho ricevuto un avviso di garanzia per aver detto che ci sarebbe stato un terremoto".Lei vive all'Aquila, come ha vissuto il sisma?"Qui ci sono dei morti, cinquantamila persone senzatetto, una situazione drammatica, nemmeno durante i bombardamenti in guerra si vedevano cose del genere. Vedevamo le case muoversi, una sensazione tremenda, anche se per me si aggiungeva la rabbia ".Lei è stato anche messo in ridicolo per la sua previsione. Come si sente adesso?"Di me sono state dette delle cose tremende. Mi hanno dato dell'imbecille, perché i terremoti non si possono prevedere. Ma era una situazione creata ad arte. Io adesso non ce la faccio nemmeno a parlare, la situazione è troppo grave. Ma adesso c'è gente che mi deve chiedere scusa".A chi si riferisce?"Al capo della protezione civile Guido Bertolaso: andate a leggere cosa ha dichiarato di me. E poi parlo del sindaco di Sulmona e dell'assessore alla protezione civile. Mi devono chiedere scusa sulle pagine dei giornali nazionali. Queste persone portano sulla coscienza un peso enorme".(6 aprile 2009)

TERREMOTO ABRUZZO 2009

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Francesco Rossolini
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Il responsabile della Protezione Civile Bertolaso che nei giorni scorsi ha dichiarato con sprezzante senso di superiorità «quegli imbecilli che si divertono a diffondere notizie false» ed ha chiesto una punizione esemplare per Giampaolo Giuliani, lo studioso che da anni si applica nella ricerca inerente la possibilità di prevedere i terremoti mediante tecniche innovative tra cui l’analisi dell’emissione di radom, abbia ciò che gli spetta ovvero una punizione esemplare.
Non è ammissibile tacciare di “falso allarmismo” studiosi seri e competenti come Giampaolo Giuliani e trattarli come improvvisati indovini. Ora che i fatti, purtroppo, hanno dato ragione a Giuliani in maniera inequivocabile si provveda a dare una punizione esemplare a chi ha deliberatamente ignorato i dati scientifici giunti per tempo dal Gran Sasso.
Che persone più umili e assennate prendano la guida della protezione civile. VOTA per il PBC - PER IL BENE COMUNE.

domenica 5 aprile 2009

LE BANCHE

I dimostranti nella City di Londra hanno sfondato le vetrine della Royal Bank of Scotland. I funzionari dall'interno gli hanno lanciato delle banconote con l'illusione di calmarli. Invece li hanno fatti infuriare. Un gesto simbolo della crisi. Le banche hanno i soldi, fabbricano i soldi, possono regalare i soldi. Se falliscono le banche, si sente affermare di continuo, fallisce il sistema. In altre parole, le banche sono il sistema. Sono immuni alle truffe. I loro dirigenti, in particolare in Italia, se rubano, sono premiati. Sono i garanti dei finanziamenti alle lobby, ai partiti, alla Confindustria.I furti bancari sono sempre a norma di legge. In Italia non esiste la class action. Quante banche sarebbero rimaste in piedi se avessero dovuto rimborsare tutti i truffati da Parmalat e Tango Bond? Le banche sapevano che i titoli non valevano più nulla e per liberarsene li hanno venduti ai loro clienti, ai correntisti, nei fondi fino al giorno prima. Il default argentino e il crack Parmalat erano noti ai vertici bancari.Le banche sono enti a irresponsabilità illimitata. Mediobanca, quotata in Borsa, è lo snodo della finanza italiana. Il presidente Cesare Geronzi è indagato per il crack Parmalat per usura aggravata e concorso in bancarotta fraudolenta. Per il crack Cirio è indagato di frode per l'emissione e collocamento dei bond Cirio tramite Capitalia. Per il crack Italcase è stato condannato in primo grado per bancarotta a un anno e 8 mesi più l'interdizione di esercitare uffici direttivi presso qualunque impresa per due anni. Il vice presidente di Mediobanca, è il tronchetto dell'infelicità. Una coppia, una garanzia per i risparmiatori.Le banche non pagano mai e incassano sempre. L'Italia è una nazione costituita sul potere delle banche. Pubblicherò un elenco dei Manager Wanted delle banche per tutelare gli italiani. Dovrebbe essere sulla home page del ministero dell'Economia e dell'ABI. Ognuno potrebbe scegliere la banca in base alle caratteristiche dei suoi vertici. Truffa, estorsione, bancarotta, emissione di titoli senza valore. E' bello sapere prima come perderai i risparmi.Al Parlamento Europeo era con me l'avvocato Roberto Vassalle, il terrore delle banche italiane a cui ha intentato centinaia di cause vincenti. Fatevi qualche domanda: perchè chi dirige le banche è milionario, anche se i suoi clienti perdono soldi? Chi sono i veri clienti dei vertici bancari? PER CAMBIARE VOTA PBC - per Il Bene Comune.

VEDI ACERRA e poi MUORI di DARIO DE ROSA.

Vedi Acerra e poi muori

di Dario De Rosa

Premessa
Il 26 marzo 2009, giorno dell'inaugurazione dell'inceneritore, ero al corteo ad Acerra contro l'apertura dell'ecomostro. Ero in compagnia di tanta gente perbene, cittadini non tutti del posto, ma tutti stanchi di subire la prepotenza di un governo che ha usato la forza dei militari per imporre una scelta contro la nostra volontà.
Ritengo colpevole il ruolo dell'informazione di massa che, diventata ormai cane da compagnia e non più da guardia della politica, ha raccontato una storia del tutto diversa dai comprovati studi epidemiologici che accertano i danni degli inceneritori all'ambiente e alla salute.
Dovevo la mia presenza alla gente che non conosce la verità; la dovevo a noi stessi, perché ne subiremo le conseguenze; la dovevo alle generazioni future che si ritroveranno a dover vivere in un mondo devastato dalle scellerate scelte dell'uomo.
La storia in pillole
Del “triangolo della morte”, Acerra è uno dei vertici. In questa terra un tempo fertile, parte della Campania Felix, la camorra ha sversato migliaia di tonnellate di rifiuti con la compiacenza e la complicità della politica.
Acerra ospita anche la famosa Montefibre, balzata agli onori della cronaca intorno alla metà degli anni '80, a causa dell'avvelenamento del territorio provocato dai rifiuti industriali sotterrati per risparmiare sullo smaltimento. Per tali motivi, ad Acerra la diossina presente nell'aria ha raggiunto già da decenni livelli stratosferici, e la mortalità per cancro e altre patologie è molto più alta rispetto alla media italiana. Una volta eravamo conosciuti per la miglior mozzarella del mondo, la mozzarella di bufala. Adesso la mozzarella è alla diossina, e tutto il comparto agroalimentare ha avuto una battuta d'arresto.
E allora qualcuno avrà pensato: in questo territorio incontaminato, perché non aggiungerci anche l'inceneritore! Ci è voluto più tempo del previsto, ma alla fine ce l'hanno fatta.
La gara d'appalto per la costruzione dell'inceneritore fu vinta nel 1998 dalla Fibe, società del Gruppo Impregilo che ha avuto vari guai con la giustizia. Riferendoci agli ultimi avvenimenti, lo scorso gennaio sono stati rinviati a giudizio Angelo Pelliccia, direttore generale di Fibe e Fibe Campania, e Massimo Malvagna, amministratore delegato delle due società, nell'ambito della “Operazione Rompiballe”. I pm Sirleo e Noviello della Procura di Napoli contestano agli indagati (tra i quali c'è anche la vice di Bertolaso, Marta De Gennaro), reati che vanno dal traffico illecito di rifiuti, alla truffa aggravata ai danni dello Stato, al falso ideologico in atto pubblico.
La Fibe si aggiudicò l'appalto nonostante avesse raggiunto il punteggio più basso dal punto di vista progettuale ma avendo proposto l'offerta economica migliore; si è quindi considerato come parametro decisivo il risparmio piuttosto che l'impianto “meno peggio”.
Nel corso degli anni, l'inceneritore è stato più volte sequestrato perché non a norma. In pratica a Napoli qualcuno comincia ad accorgersi che l'unico interesse della Fibe è quello di fare affari.
Ma come si può guadagnare dai rifiuti? Vediamo allora più da vicino il caso Acerra.
La favoletta che negli ultimi tempi Bassolino & Co. ci stanno raccontando è che l'inceneritore è indispensabile per uscire dall'emergenza che attanaglia la Campania da quindici anni.
I politici (ci avete fatto caso che il consenso agli inceneritori è trasversale?) sono convinti che la raccolta differenziata da sola non basta a riciclare tutti i rifiuti. Molte realtà straniere dimostrano il contrario; in ogni caso sarebbe già un grande passo in avanti avviare una seria raccolta differenziata, ma questo non avviene.
L'impianto di Acerra è stato costruito per smaltire 750.000 tonnellate di rifiuti all'anno. Poiché la Campania produce 6.500 tonnellate di rifiuti al giorno, con una raccolta differenziata al 50% ed un 30% di umido da trasformare in compost, letonnellate di rifiuti da smaltire ogni anno sarebbero circa 500.000, due terzi della portata dell'inceneritore acerrano.
Perché allora è stato costruito un impianto di tali dimensioni e ci dicono che ce ne vorranno altri due delle stesse dimensioni? La risposta è lampante: l'inceneritore di Acerra non è stato costruito, come avviene in Europa, per bruciare CDR dopo aver effettuato la raccolta differenziata, bensì per bruciare rifiuti tal quali, ovvero rifiuti indifferenziati, con danni ancora più seri per la nostra salute. Per ottenere tali risultati, non solo non si farà la raccolta differenziata, ma dovremo anche importare i rifiuti.
In questo modo i soliti noti avranno profitti esorbitanti, e ciò grazie alla sigla magica “CIP6”.
I CIP6 sono quei contributi statali che inizialmente furono destinati al finanziamento delle energie rinnovabili, attraverso la maggiorazione del 7% del prezzo dell'elettricità; quindi noi cittadini paghiamo un'altra piccola tassa sulla bolletta Enel. Successivamente, la norma fu modificata aggiungendo la dicitura “o assimilate”. Questa piccola estensione cambia l'impostazione originaria ed ogni anno la lobby inceneritorista incassa miliardi di euro nonostante l'energia non venga prodotta da fonti rinnovabili ma, nel nostro caso, dalla combustione di rifiuti (anche se in realtà non è così perché il bilancio energetico è in passivo: ci vuole più energia per bruciare i rifiuti, di quanta se ne ricava).
Dicendola in una battuta, vale l'assunto che più l'inceneritore brucia rifiuti, più chi ci sta dietro ci guadagna. Non dimentichiamo poi che il D.L. 23.5.2008, n. 90, che deve disciplinare gli interventi relativi all'emergenza, contiene innumerevoli deroghe che violano fondamentali principi costituzionali, in materia di giurisdizione, come affermato dal giurista Stefano Rodotà.
I danni alla salute
Un'altra storia – la più importante – che ci viene continuamente raccontata è che l'inceneritore è un impianto sicuro che non crea danni né all'ambiente né tantomeno alla nostra salute. Peccato che esistono studi scientifici italiani ed internazionali che dimostrano esattamente l'opposto.
Gli effetti micidiali derivanti dalla presenza di queste particelle sono stati scoperti e descritti in varie pubblicazioni dagli scienziati Stefano Montanari ed Antonietta Gatti; esistono rapporti sulla salute di associazioni di medici francesi e britannici che descrivono le malattie da nanopolveri. L'oncologa Patrizia Gentilini (ISDE Italia) e Paul Connett, Professore di Chimica della St. Lawrence University, si battono da anni per illustrarci cosa creano questi impianti e per proporre le soluzioni al problema.
Dalla combustione di una tonnellata di rifiuti e di una tonnellata di altri materiali (acqua, calce, ammoniaca) indispensabili per l'incenerimento dei rifiuti, vengono prodotti 300 kg di ceneri solide tossiche da smaltire, 650 kg di acqua di scarico da depurare e fumi, sottoforma di diossine, nanopolveri, ed altre sostanze.
Le nanopolveri non vengono bloccate dai filtri dell'inceneritore perché troppo piccole di diametro (da Pm 2 a Pm 0,1). Una volta nell'aria, si propagano per centinaia di chilometri trasportate dalle correnti e si depositano nei nostri tessuti perché l'organismo non riesce ad eliminarle.
Le nanopatologie sono rappresentate da malformazioni fetali, tumori, infarti, ictus, Alzheimer e Parkinson. Tutto questo senza dimenticare che anche le altre sostanze sono cancerogene e provocano danni micidiali al nostro organismo. Così facendo, la gente si ammalerà e l'Italia non rispetterà il Protocollo di Kyoto.
La vera soluzione
Non si investe più in impianti di questo genere, e non potrebbe essere altrimenti, visto che non riuscirebbero a sostenersi senza i contributi pubblici. E probabilmente all'estero hanno anche a cuore la salute dei cittadini.
Una classe politica onesta e responsabile dovrebbe percorrere strade diverse, adesempio quella detta “Zero Waste”, praticata a San Francisco, in Australia, in Canada con risultati eccellenti.
Una vera politica per lo smaltimento dei rifiuti dovrebbe prevedere la riduzione dei rifiuti prodotti (meno imballaggi, meno confezioni monouso, meno plastica), una raccolta differenziata spinta porta a porta che darebbe lavoro a tante persone e farebbe risparmiare soldi ai cittadini se solo la Tarsu fosse calcolata non sulla cubatura dell'abitazione, ma sull'effettiva quantità di rifiuti prodotti; ed infine dovrebbe provvedere al riciclaggio di alcuni materiali.
A quel punto, il 10% di rifiuto indifferenziato può essere trattato in impianti TMB (trattamento meccanico biologico), i quali non implicano l'emissione di nanoparticelle e altre sostanze cancerogene, ma anzi trasformano i rifiuti in prodotti come sabbie sintetiche che vengono utilizzate nell'edilizia.
Ho però l'impressione che la nostra politica persegua altri obiettivi.
Paul Connett è solito dire: “Dove c'è un inceneritore c'è ignoranza o corruzione. Non esistono altre possibilità”.
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SCORIE NUCLEARI

CRO - Scorie nucleari nel casertano, allarme sulla durata del deposito
Caserta, 3 apr (Velino/Velino Campania) - In Campania torna il nucleare. La Sogin, società statale che gestisce le centrali spente e i rifiuti radioattivi, ha pubblicato il bando per la costruzione di un deposito temporaneo per lo stoccaggio delle scorie nucleari. La struttura verrà realizzata nel sito del Garigliano, in provincia di Caserta. Il bando, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale pochi giorni fa con scadenza il 10 aprile, prevede la spesa di 7.1 milioni di euro per la realizzazione di un sito di volumetria di poco inferiore ai diecimila metri cubi lordi, con l’obiettivo di contenere circa 1.200 metri cubi di materiale già trattato, condizionato e posto in contenitori idonei per il trasferimento al deposito nazionale. È un ritorno al passato, dunque, quello che vedrà nuovamente protagonista la centrale campana, non coinvolta nella realizzazione delle nuove centrali Epr annunciate dal governo. Secondo quanto spiegato dalla stessa Sogin il deposito, da realizzare in un anno e mezzo, dovrà contenere materiale proveniente unicamente dalle attività pregresse del sito casertano e da quelle attualmente in lavorazione.
Secondo quanto spiegato dagli addetti ai lavori il sito sarà in cemento armato, alto circa sette metri, lungo 45 e largo 26, impermeabilizzato e dotato di un sistema di monitoraggio radiologico della contaminazione dell’aria: conterrà rifiuti radioattivi di seconda categoria, ovvero quelli per cui il tempo di decadimento varia da qualche decina fino ad alcune centinaia di anni. La costruzione del deposito temporaneo per i rifiuti radioattivi era stata già prevista nell’ordinanza del 2006 dell’allora commissario delegato per la Sicurezza dei Materiali Nucleari, Carlo Jean. “La costruzione di un sito per lo stoccaggio temporaneo delle scorie è un fatto positivo – commenta Raffaele Aveta, presidente del Parco regionale di Roccamonfina –. Il punto è capire se questo sito sarà davvero temporaneo o definitivo. Purtroppo al momento non c’è stata una comunicazione chiarissima, in tal senso. A questo, poi, si deve aggiungere la possibilità che questa struttura diventi un deposito per le scorie di altre centrali: noi non lo accetteremo, ma abbiamo grande fiducia nel lavoro dei tecnici della Sogin”.

(fmc) 3 apr 2009 16:27

venerdì 3 aprile 2009

ACERRA / SENTENZA - PECORE MORTE

Greggi di pecore e allevatore morto, depositate le motivazioni della sentenza: c'era diossina
2 aprile 2009
Fonte: Cronache di Napoli
ACERRA - Depositate le motivi rioni della sentenza emessa dal tribunale di Nola lo scorso 14 novembre che aveva condannato Cuomo Pellini a 3 anni e a un risarcimento provvisionale di 100mila euro nei confronti degli allevatori Cannavacciuolo. L'imprenditore acerrano era stato chiamato a rispondere di una serie di reati in materia ambientale ed in particolare di aver realizzato in località Lenza-Sciavone una discarica non autorizzata di rifiuti solidi urbani. La sentenza passerà alla storia perché finalmente in una sede giudiziaria, nel corpo di una sentenza di condanna penale, si legge che la "contaminazione delle pecore è stata diretta conseguenza della contaminazione delle campagne dove esse venivano portate al pascolo e dunque all'inquinamento ambientale. Una discarica pericolosa per la salute pubblica e che ha avuto, certamente, secondo il giudice, un concorso di responsabilità nello sterminio del gregge dei Cannavacciuolo e, forse, anche nella morte di Vincenzo Cannavacciuolo, il pastore Acerrano che aveva un tasso di diossina nel sangue di gran lunga superiore alla soglia tollerata dall'uomo. "Quanto deciso dal giudice - spiega Giovanni Bianco, l'avvocato dei pastori acerrani che si sona costituiti parte civile - stabilisce che se le pecore hanno patito il danno, come si legge in sentenza, perché hanno ingerito l'erba ed i prodotti agricoli nel libero pascola in quella zona, è evidente che qualsiasi altro organismo vivente (quindi anche gli umani) che si sia. nutrito dagli stessi prodotti dello stesso terreno non può che aver avuto la stessa conseguenza". La peculiarità del provvedimento in questione, t,uttavia, è che il legame tra inquinamento e moria di pecore era stata discusso soltanto in convegni e dibattiti, oggi, invece, è contenuto anche in una sentenza di un giudice del tribunale della Repubblica. "Un giudice - aggiunge l'avvocato Bianco - che nell'ambito del pro cesso Pellini - ha detto che è stato acquisito nel processo qualche cosa in più anche della semplice responsabilità di Cuomo Pellini, che certamente è responsabile e dovrà pagare". Il giudice (la dottoressa Di Iorio) ha scritto che è stato provato qualche cosa in più nel test torio e cioè che "diverse sono le fonti dell'ingresso della diossina e di altre sostanze altamente nocive per la salute degli animali e.dell'uomo nell'ambiente del territorio acerra no". Nella zona di pascolo, nei diversi anni si è venuto ad insediare lo stabilimento della Montefibre e la discarica abusiva, che ha inevitabilmente comportato un diffuso inquinamento ambientale. La sentenza, inoltre, ha preso atto delle testimonianze di tecnici esperti quale il professore lannuzzl ed il dottor Marfella che hanno concordato nel ritenere che l'elevato quantitativo di diossina accumulato nell'organismo delle pecore è stato quanto meno una concausa del danno alla salute degli animali, che si è manifestata con l'insorgere di malattie e malformazioni fino a determinare la morte di numerosi cani di bestiame.

PARLAMENTO EUROPEO / GRILLO

Al Parlamento Europeo ieri c'erano tante facce pulite, di ragazzi e ragazze italiani che vivono a Bruxelles e che erano presenti insieme ai deputati. Hanno ascoltato il mio intervento sulla Borsa italiana, l'avvocato Roberto Vassalle sulle truffe bancarie e l'economista Loretta Napoleoni sul riciclaggio del denaro mafioso in Europa. Interventi che pubblicherò sul blog a partire da oggi. Ringrazio l'eurodeputata Monica Frassoni per l'invito e l'organizzazione.Ho parlato con alcuni ragazzi in sala. La sensazione che mi hanno trasmesso è stata di rabbia e di sconforto. Uno di loro mi ha detto: "Una volta ci deridevano con: 'Italia-spaghetti-mafia-mandolino', ora sono più sintetici ci apostrofano con: 'Italia-Berlusconi'. Il danno di immagine dell'Italia all'estero era negli occhi dei giovani di Bruxelles. Nessuno di quelli che ho conosciuto tornerà indietro se non cambieranno le cose, la politica, le mummie che occupano le istituzioni.Sono preoccupati da chi sarà eletto al Parlamento europeo a giugno. Essere sputtanati per quello che succede nel proprio Paese è già pesante, ma essere sputtanati sul posto è intollerabile. Il club dei mostri, degli indagati, degli incapaci sta per approdare in Belgio. Mastella, Bassolino, Nino Strano che mangiava la mortadella in Parlamento, la Zanicchi, perfino una letteronza di 28 anni. Poveri ragazzi, non li lasciano in pace neppure a Bruxelles. Incontrare il ceppalonico a passeggio per le strade o Bassolino, detto o' malamente, vicino a un cestino della spazzatura li farà sentire a casa. I giornali internazionali ci prendono per i fondelli, il nostro capocomico, lo psiconano è il più grande buffone-premier della Storia Moderna.A Bruxelles devono andare persone per bene, di cui essere orgogliosi. Durante il mio discorso ne ho suggerite due: Sonia Alfano e Luigi De Magistris. In Europa potranno fare uno splendido lavoro. Sonia Alfano può fermare il contagio dei capitali mafiosi in Europa che sembra inarrestabile con l'estensione del reato di associazione mafiosa ai Paesi comunitari. Luigi De Magistris ha tutte le conoscenze per evitare che miliardi di euro di finanziamenti europei siano destinati in Italia alla criminalità organizzata e a politici collusi.Tieni pulita Bruxelles, vota persone pulite. - VOTA PBC (per il Bene Comune).

giovedì 2 aprile 2009

CRIMINI DI GUERRA / GAZA

Primo piano
CRIMINI DI GUERRA A GAZA: bruciati a morte dal fosforo bianco.
Scritto il 2009-04-02 in News
Testimonianze di B'Tselem. Uccisi dalle fiamme nella loro casa bombardata dall’esercito – dalla voce di Ghada Riad Rajab Abu Halima, 21 anni. Lo scorso 29 marzo, dieci settimane dopo aver fornito la propria testimonianza a B’Tselem, Ghada Abu Halima è morta in un ospedale egiziano per le ferite da contatto col fosforo bianco. Fino alla settimana scorsa, vivevo con mio marito Muhammad, di 24 anni, e le nostre due bambine, Farah (3 anni) ed Aya (6...
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Vertice arabo-latinoamericano a Doha, Lega Araba: in esame una proposta brasiliana per una conferenza internazionale su Gerusalemme
Scritto il 2009-04-02 in News
Doha – Infopal. Mondo arabo - islamico e America Latina sono ormai sempre più vicini, sia politicamente sia economicamente. Lo ha dimostrato il II vertice dei Paesi Arabo-Sudamericani, che ha coinvolto i 22 stati membri della Lega Araba e i 12 del Sudamerica, e che si è svolto il 31 marzo a Doha, in Qatar. Vi hanno preso parte otto presidenti latino-americani, tra cui il venezuelano Hugo Chavez, il brasiliano Luiz Ignacio Lula da Silva, la cilena Michelle...
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Prigionieri politici palestinesi: 95 da più di 20 anni nelle prigioni israeliane.
Scritto il 2009-04-02 in News
Gaza – Infopal. ‘Abd an-Naser Farwaneh, ricercatore specializzato sulle questioni dei detenuti, ha dichiarato ieri che, durante il mese di marzo 2009, altri quattro si sono aggiunti alla lista di prigionieri con almeno 20 anni di reclusione. Tale lista raggiunge così i 95 nomi. Farwaneh ha precisato che i quattro detenuti in questione sono Ibrahim Hilmi Taqtuq (detenuto dal 3/3/1989), Samir Nayef ‘Abd al-Ghaffar an-Na‘nishi (detenuto dal 5/3/1989), entrambi...
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Il neoministro degli esteri israeliano Lieberman: 'Respingiamo gli accordi di pace di Annapolis'.
Scritto il 2009-04-02 in News
Gerusalemme - Infopal. Com'era prevedibile, considerato il suo "background" violento e razzista, e il suo presente altrettanto estremista, il neo-ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, ha spiegato ieri che il suo ministero "respinge gli accordi siglati durante la conferenza di Annapolis". La conferenza, che si svolse nel novembre del 2007, fu organizzata dall’allora presidente degli Stati Uniti George Bush per promuovere le trattative di pace tra l’Anp...
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Giura il nuovo premier israeliano. E i coloni aspettano con fiducia la realizzazione del 'Grande Israele'.
Scritto il 2009-04-01 in News
Tel Aviv - Infopal. Da ieri, il leader del Likud, Benjamin Netanyahu, è il primo ministro del nuovo governo israeliano, dopo il voto di fiducia espresso dalla Knesset, il parlamento. Sarà un esecutivo formato da una coalizione di partiti di destra e di centro-sinistra che comprenderà anche gruppi ultranazionalisti ed estremisti, come Yisrael Beitenu e lo Shas. Nel suo discorso di apertura, Netanyahu ha parlato di "pace con i palestinesi" e con "tutto il mondo arabo e...
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Hebron, la calata dei barbari: coloni israeliani attaccano le case dei cittadini.
Scritto il 2009-03-31 in News
Hebron - Infopal. Oggi, i coloni israeliani hanno attaccato diverse case palestinesi nella città di Hebron, a sud della Cisgiordania, provocando molti danni e terrorizzando gli abitanti. Fonti locali hanno riferito che circa trenta coloni, armati di fucili, manganelli, pietre e bottiglie, hanno attaccato le abitazioni che si trovano vicino all'insediamento di Kiryat Arba, a nord-est di Hebron, distruggendo i vetri delle finestre, gridando slogan razzisti e tentando di...

martedì 31 marzo 2009

STORIA DI FORZA ITALIA / DA LEGGERE

Buongiorno a tutti.Non per guastare la festa a questa bella incoronazione imperiale del leader del popolo delle libertà che, come avete visto, a sorpresa è stato eletto primo, unico, ultimo imperatore del partito che aveva fondato sul predellino di una macchina e che quando l'aveva fondato Gianfranco Fini l'aveva subito fulminato dicendo: “siamo alla comica finale, noi non entreremo mai nel Popolo della Libertà e Berlusconi non tornerà mai più a Palazzo Chigi con i voti di Alleanza Nazionale”.E quando qualcuno gli aveva chiesto “Possibilità che AN rientri all'ovile?”, risposta di Fini: “Noi non dobbiamo tornare all'ovile perché non siamo pecore”. Poi come avete visto sono tornati all'ovile quindi ne dobbiamo concludere che sono pecore o pecoroni.Ecco, non è per guastare il clima idilliaco anche perché avete visto che sono talmente uniti che su 6000 delegati non se n'è trovato uno che votasse per un altro candidato; potevano pagarne uno almeno per votare per un altro candidato almeno facevano finta di averne due, invece no. E' stata proprio una cosa unanime che ha molto commosso il Cavaliere che non se l'aspettava: avete visto l'emozione con cui ha scoperto di essere stato eletto leader in quei congressi che proprio all'ultimo momento ti riservano questo colpo di scena finale. Chi l'avrebbe mai detto.Ma diciamo che questo stava nelle cose. La cosa interessante è che a poco a poco si cominciano, con quindici anni di ritardo, a vedere i nomi e i cognomi dei veri padri fondatori di quest'avventura che adesso si chiama Popolo della Libertà, che prima si chiamava Casa della Libertà , che prima ancora si chiamava Polo della Libertà e che in realtà ha un unico padrone che si chiama sempre Forza Italia.Quante volte abbiamo sentito rievocare la storia di Forza Italia, le origini... adesso c'è anche quel libro scritto in caratteri gotici, molto grosso per i non vedenti, probabilmente è la versione braille quella che Berlusconi ha mostrato in televisione, che invece della fiaba di cappuccetto rosso, di Cenerentola racconta la fiaba di uno dei sette nani: l'ottavo nano, anzi, come l'avevano ribattezzato i fratelli Guzzanti e la Dandini.
Craxi, questo sconosciuto
L'ottavo nano che nel 1993 cominciò a macinare idee, progetti che poi si tradussero in Forza Italia.All'inizio ci dicevano che fu lui ad avere questa intuizione meravigliosa, anzi quando qualcuno insinuava che ci potessero essere dei rapporti, dei suggerimenti di Bettino Craxi, di alcuni strani personaggi siciliani che poi vedremo, veniva tutto negato: “non sia mai, noi non c'entriamo niente”. Anzi Berlusconi Craxi faceva proprio finta di non conoscerlo. Per la precisione, il 21 febbraio del 1994, ad un mese ed una settimana delle prime elezioni che Berlusconi vinse, tre settimane dopo il famoso discorso televisivo a reti unificate spedito in videocassetta ai telegiornali, quello della discesa in campo, Berlusconi era a Mixer, ospite di Giovanni Minoli che, conoscendo anche lui molto bene Craxi gli chiese quale fosse il suo rapporto con Craxi.All'epoca Craxi era un nome impronunciabile, era il numero uno dei tangentari, stava facendo di gran fretta le valige perché di li a poco con l'insediamento del nuovo Parlamento i vecchi parlamentari avrebbero perso ipso facto l'immunità e sarebbe finito dentro. Allora stava apprestandosi alla fuga, alla latitanza verso Hammamet. Era un nome pericoloso, e Berlusconi, fedele alle amicizie e coerente come sempre, rispose a Minoli: “è una falsità, una cosa senza senso dire che dietro il signor Berlusconi ci sia Craxi. Non devo nulla a Craxi e al cosiddetto CAF”.Un anno dopo, lui aveva già fatto il suo primo governo, era già cascato, c'era il governo tecnico Dini, alla Repubblica gli chiesero notizie di Craxi perché era venuto fuori da un vecchio consulente di Publitalia che aveva partecipato alla progettazione, addirittura pare fin dall'estate del 1992, Ezio Cartotto, alla nascita di Forza Italia, aveva raccontato che in queste riunioni, in quella decisiva ai primi di aprile del 1993, mente lui era li ad Arcore con Berlusconi si aprì una porta ed entrò Craxi e diede alcune indicazioni. Per esempio che bisognava mettere insieme le truppe berlusconiane con i leghisti, ma Craxi disse “mai con i fascisti”. Craxi aveva tanti difetti ma essendo un socialista i fascisti non li voleva vedere mentre, come abbiamo visto, Berlusconi si è portato dentro i fascisti e anche qualche nazistello per non disperdere i voti.In ogni caso i giornali pubblicarono le dichiarazioni di Cartotto, che chi di voi vuole vedere nel completo trova nel libro “L'odore dei soldi”, lì c'è proprio il racconto di questa riunione nella quale Craxi spalancò una porta.Berlusconi replicò negando. Io mi ricordo che in una conferenza stampa in quei giorni a Torino, al Lingotto, io gli chiesi se era vero che Craxi avesse partecipato a queste riunioni e lui, invece di rispondermi, mi disse “si vergogni di farmi questa domanda”. Era una conferenza stampa: in un altro paese immagino che tutti i giornalisti avrebbero rifatto la stessa domanda fino a ottenere la risposta, invece i colleghi, che sono quelli che fanno parte del codazzo, che sono ormai quasi di famiglia per lui, mi guardarono come dire: “ce lo disturbi, così ci rimane male, ci rimane storto per tutta la giornata”. Io mi ritirai in buon ordine, non conoscendo queste usanze altamente democratiche.Berlusconi disse di nuovo: “Forza Italia e Craxi sono politicamente lontani anni luce. Posso assicurare che politicamente non abbiamo a che fare con Craxi e siamo stati molto attenti anche alla formazione delle liste elettorali”. Come dire, quello è un pregiudicato e noi i pregiudicati non li vogliamo. Non vogliamo neanche gli indagati, infatti Forza Italia nel 1994 faceva firmare una dichiarazione ai suoi candidati nella quale dichiaravano non solo di avere condanne ma nemmeno di avere mai ricevuto un avviso di garanzia, che è addirittura eccessivo come dicevamo la settimana scorsa. Per essere indagati basta essere denunciati da qualcuno, che magari si inventa le accuse.“Non rinnego l'amicizia con Craxi ma è assolutamente escluso che Forza Italia possa aver avuto o avere alcun rapporto con Craxi”. 2 ottobre 1995.Craxi è rimasto latitante dal 1994 al 2000 ad Hammamet. Nel gennaio del 2000 è morto. Stefania Craxi ha aspettato per sei anni che l'amico Silvio, che doveva molto se non tutto a Craxi, andasse a trovare suo padre e Berlusconi non c'è mai andato, è andato a trovarlo da morto al funerale.Infatti, parlando al Corriere della Sera nell'agosto del 2004, Stefania Craxi dichiarava: “A Berlusconi non perdono di non essere mai stato a trovare mio padre neppure una volta.”.L'avete vista, l'altro giorno piangeva felice durante la standing ovation riservata a Craxi su invito di Berlusconi dall'assemblea dei congressisti; evidentemente si è dimenticata o forse ha perdonato, o forse il fatto che l'abbiano portata in Parlamento l'ha aiutata a perdonare.Sta di fatto che Craxi era un appestato, non si poteva dire che Craxi era uno dei padri fondatori di Forza Italia e poi dei suggeritori, visto che da Hammamet non faceva mai mancare i suoi amorevoli consigli, come emerse dalle famose intercettazioni depositate nel processo sulle tangenti della metropolitana di Milano, quelle che il giovane PM Paolo Ielo tirò fuori in aula per dimostrare la personalità criminale di Craxi che anche dalla latitanza continuava a raccogliere dossier a distribuire suggerimenti, ed era in contatto con il gruppo parlamentare di Forza Italia. Tant'è che il portavoce del gruppo parlamentare si dovette dimettere perché era solito sottoporre a Craxi le interrogazioni e le interpellanze parlamentari, e Craxi dava ordini su come orchestrare le campagne contro i magistrati... anche questo lo trovate mi pare in “Mani Pulite” se non ricordo male.
L'altro padrino fondatore
Ma, andando avanti, l'altro giorno finalmente c'è stato lo sdoganamento postumo di Craxi: quindici anni esatti dopo la prima vittoria elettorale di Forza Italia Berlusconi ci ha fatto sapere pubblicamente, durante la standing ovation, che uno dei padri fondatori era Bettino. Non è male un partito che ha fra i suoi padri fondatori un latitante, no?Ecco, per chi pensasse che non è bello un partito co-fondato da un latitante, fermi la propria indignazione o la propria riprovazione perché tra i padri fondatori Craxi probabilmente è il più pulito. Nel senso che, magari ci arriviamo al prossimo congresso, prima o poi sentiremo il Cavaliere ammettere anche il nome di altri padri fondatori di Forza Italia, che per il momento restano ancora abbastanza nell'ombra.Quando voi vedrete a un prossimo congresso, non so... quando gli metteranno la corona o gli poseranno la spada sulla spalla o si metterà lo scolapasta in testa e il mestolo in mano e comincerà a declamare in lingue strane, se solleciterà una standing ovation per Vittorio Mangano sappiate che quello è il momento: finalmente un altro padre, o padrino, fondatore di Forza Italia verrà allo scoperto. Per il momento ci dobbiamo accontentare di quello che siamo riusciti a scrivere nei nostri libri, perché noi scriviamo nei nostri libri delle cose e poi dieci anni dopo Berlusconi arriva e le dice, e tutti i giornali le annotano dicendo “Berlusconi rivela...”. No, Berlusconi non rivela niente: confessa tardivamente, di solito quando le cose sono andate in prescrizione.Allora, per essere precisi perché molto spesso si fa letteratura, Mangano, non Mangano, sarà vero o non sarà vero.Io vi cito semplicemente quello che noi sappiamo per certo sul ruolo che ebbe Vittorio Mangano in tandem con Marcello Dell'Utri nella nascita di Forza Italia.Un po' di date: il 23 maggio del 1992, strage di Capaci. Qualche giorno dopo Ezio Cartotto, che è un vecchio democristiano della sinistra DC milanese che teneva delle lezioni e delle consulenze ai manager e ai venditori di Publitalia e che quindi lavorava per Dell'Utri, viene chiamato da Dell'Utri. Siamo nell'estate del 1992, tangentopoli è appena esplosa, non c'è ancora nessun politico nazionale indagato dal pool di Mani Pulite: hanno preso Mario Chiesa, hanno preso i due ex sindaci di Milano Tognoli e Pillitteri, hanno preso un po' di amministratori locali democristiani, comunisti, socialisti. Eppure Dell'Utri, evidentemente con le buone fonti che ha a Palermo, ha già deciso che la classe politica della prima Repubblica è già alla frutta e non si salverà e quindi a scanso di equivoci chiama Cartotto e, in segreto, senza nemmeno parlarne con Berlusconi, gli commissiona – dice Cartotto - “di studiare un'iniziativa politica legata alla Fininvest”.Poi c'è la strage di Via D'Amelio, preceduta dalla famosa intervista dove Paolo Borsellino ha detto che a Palermo ci sono ancora indagini in corso sui rapporti fra Berlusconi, Dell'Utri, Mangano e il riciclaggio del denaro sporco.Dopo avere dato quell'intervista, passano nemmeno due mesi e Borsellino viene eliminato a sua volta. Intanto Cartotto lavora come una talpa: lo sa solo Dell'Utri. Berlusconi, questo lo trovate negli atti del processo Dell'Utri e noi in Onorevoli Wanted e anche nel libro arancione “L'amico degli amici” abbiamo raccontato dilungandoci questa vicenda che ha semplicemente dell'incredibile. O almeno, avrebbe dell'incredibile se qualcuno la conoscesse, se qualcuno l'avesse raccontata in questi giorni in cui tutti facevano i retroscena della nascita di Forza Italia. Si sono dimenticati questi popò di retroscena.Nell'autunno del 1992 Berlusconi viene informato del fatto che farà un partito, perché i primi a saperlo sono Dell'Utri e Cartotto. Da' il suo via libera al progetto, che prosegue tramite le strutture di Publitalia all'ottavo piano di Palazzo Cellini a Milano 2, dove ha gli uffici Dell'Utri.Il progetto viene chiamato “Progetto Botticelli”, viene camuffato da progetto aziendale, in realtà è un progetto politico che sfocerà in Forza Italia, e poi ci sono tutte le riunioni di quando Berlusconi comincia a consultarsi con i suoi uomini.Ovviamente, non solo i manager del gruppo ma anche i direttori dei giornali e dei telegiornali, che sono sempre i vari Costanzo, Mentana, Fede, Liguori e ovviamente Confalonieri, Dell'Utri, Previti, Ferrara. Montanelli non ci andava, ma ci andava Federico Orlando che poi ha scritto un libro, anche quello molto interessante: “Il sabato andavamo ad Arcore” pubblicato dalla Larus di Bergamo.Poi ha scritto un altro libro “Fucilate Montanelli”, nel quale si raccontano, per gli Editori Riuniti, questi fatti.
Le riunioni ad Arcore
In queste riunioni ci sono discussioni, perché Berlusconi è preoccupatissimo. C'è il referendum elettorale che ha portato l'Italia alla preferenza unica e si va verso l'uninominale, c'è la scomparsa nella primavera del 1993 dei vecchi partiti che gli avevano garantito protezione per vent'anni, c'è la necessità di sostituirli con qualcosa che sia talmente forte da sconfiggere la sinistra che sembra approfittare del degrado morale che sta emergendo soprattutto, ma non solo, per i partiti del centrodestra – poi il PCI era coinvolto anche nella sua ala milanese ma non a livello nazionale nello scandalo di tangentopoli. E soprattutto c'è tutto il problema delle concessioni televisive e di chi andrà a governare il Paese e quindi a regolare la materia delle concessioni televisive che Berlusconi aveva appena sistemato con la famosa legge Mammì e quei famosi 23 miliardi finiti sui conti esteri della All Iberian di Craxi subito dopo la legge Mammì.Allora c'è grande allarme, c'è grande preoccupazione: sarà meglio entrare o sarà meglio non entrare? C'è tutta la manfrina “facciamo un partito di centrodestra e poi lo consegniamo chiavi in mano a Segni e Martinazzoli perché vadano avanti loro, oppure lo facciamo noi?”. Questo era il dibattito, che nell'aprile del 1993 segna la benedizione ufficiale di Craxi con quella riunione che vi dicevo prima ad Arcore con Ezio Cartotto.
La mafia e la nuova Repubblica
Poi ci sono altre discussioni, ci sono ancora i frenatori come Confalonieri, Gianni Letta, Maurizio Costanzo che sono piuttosto ostili al progetto, o meglio temono che per Berlusconi sia un autogol.Sarà un caso, ma proprio il 14 maggio del 1993 la mafia fa un attentato a Roma, il primo attentato a Roma nella storia della mafia, il primo attentato fuori dalla Sicilia nella storia della mafia viene fatto a Roma nel quartiere dei Parioli. Contro chi? Ma guarda un po': Maurizio Costanzo che sfugge poi, fortunatamente, per un centesimo di secondo.Quel Costanzo che stava nella P2: evidentemente qualche ambientino non si aspettava che fosse ostile alla discesa in campo. Perché lo dico? Perché in quello stesso periodo in Sicilia e in tutto il sud ovest, anche Calabria, si muovevano delle strane leghe meridionali che, in sintonia con la Lega Nord – c'era stato addirittura a Lamezia Terme un incontro con un rappresentante della Lega Nord – si proponevano di secedere, di staccare Sicilia, Calabra... infatti si chiamavano “Sicilia libera”, “Calabria libera”. Era tutto un fronte di leghe molto strano: invece di esserci i padani inferociti lì c'erano strani personaggi legati un po' alla mafia, un po' alla 'ndragheta e un po' alla P2 e uno di questi, il principe Orsini che aveva legami con questi personaggi, aveva legami anche con Marcello Dell'Utri.Quindi noi sappiamo che Dell'Utri – lo ha dimostrato Gioacchino Genchi, ma guarda un po', andando a incrociare i telefoni e i tabulati di questi personaggi – aveva contatti diretti con questo Principe Orsini. Dell'Utri inizialmente tiene d'occhio questi ambienti, perché sono le organizzazioni mafiose, legate a personaggi della P2 e dell'eversione nera, che si stanno mettendo insieme perché sentono odore di colpo di Stato, sentono odore di nuova Repubblica e vogliono far pesare, ancora una volta, la loro ipoteca con un partito o una serie di partiti nuovi.Come Sicilia Libera, della quale si interessano direttamente boss come Tullio Cannella, Leoluca Bagarella, i fratelli Graviano e Giovanni Brusca.Dopodiché succede qualcosa, succede che dopo l'attentato a Costanzo e dopo gli attentati che seguono – alla fine di maggio c'è l'attentato a Firenze, ci sono addirittura cinque morti e diversi feriti; poi alla fine di luglio ci sono gli attentati di Milano e Roma con altri cinque morti e diversi feriti – questa strategia terroristica ad ampio raggio, della mafia, sortisce i risultati sperati: Riina non stava sparando all'impazzata, stava facendo la guerra per fare la pace con lo Stato, così disse ai suoi uomini.Una nuova pace con nuovi soggetti e referenti politici che però, a differenza di quelli vecchi che ormai erano agonizzanti, fossero vivi, vegeti, reattivi e in grado, fatto un accordo, di rispettarlo.E' l'estate del 1993 quando Forza Italia è ormai decisa: Berlusconi nell'aprile-maggio ha comunicato a Montanelli che entrerà in politica e che quindi il Giornale dovrà seguirlo nella battaglia politica. Montanelli gli ha detto che se lo può scordare: tra l'estate e l'autunno sono mesi in cui si consuma la rottura tra Montanelli e Berlusconi perché Montanelli continua a scrivere che Berlusconi non deve entrare in politica perché c'è un conflitto di interessi, perché non si può fare due mestieri insieme.Dall'altra parte, ci sono le reti Fininvest che bombardano Montanelli per indurlo alle dimissioni, perché era diventato un inciampo: il giornalista più famoso dell'ambito conservatore che si scatenava contro quello che doveva diventare, secondo i desideri di Berlusconi, un partito moderato, liberale, insomma il partito che avrebbe dovuto incarnare gli ideali di cui Montanelli era sempre stato l'alfiere e che invece Montanelli sapeva benissimo non avrebbe potuto incarnare perché Berlusconi è tutto fuorché un moderato e un liberale: è un estremista autoritario.In quei mesi la mafia decide di abbandonare il progetto di Sicilia Libera che essa stessa aveva patrocinato e fondato e tutto ciò avviene in seguito a una serie di riunioni, nell'ultima delle quali Bernardo Provenzano – ce lo racconta il suo braccio destro, Nino Giuffré che ora collabora con la giustizia e che è stato ritenuto attendibile in decine e decine di processi compreso quello Dell'Utri – convoca le famiglie mafiose, la cupola, per sapere che cosa scelgono: se preferiscono andare avanti col progetto del partitino regionale Sicilia Libera o se invece non preferiscano una soluzione più tradizionale come quella che sta affacciandosi a Milano grazie all'opera di un loro vecchio amico: Marcello Dell'Utri che conoscevano fin dai primi anni Settanta come minimo, cioè da quando Dell'Utri, in rapporto con un mafioso come Cinà e un mafioso come Mangano, aveva portato quest'ultimo dentro la casa di Berlusconi.Si potrà discutere se l'ha fatto consapevolmente o inconsapevolmente, ma il fatto c'è: ha dato a Cosa Nostra la possibilità di entrare dentro la casa privata e di stazionare con un proprio rappresentante dentro la casa privata di uno dei più importanti e promettenti finanzieri e imprenditori dell'epoca. Berlusconi era costruttore, in quel periodo, poi sarebbe diventato editore e poi politico.
Gli incontri tra Mangano e Dell'Utri
E' strano che non si trovi più nessuno, ma nemmeno all'estrema sinistra, che ricordi questi fatti documentati. Ancora nel novembre del 1993 quando ormai per Forza Italia si tratta proprio di stabilire i colori delle coccarde e delle bandierine, c'erano i kit del candidato, stavano facendo i provini nel parco della villa di Arcore per vedere i candidati più telegenici; in quel periodo, a tre mesi dalle elezioni del marzo del 1994, Mangano incontra due volte Dell'Utri a Milano. E questa non è una diceria, c'è nelle agende della segretaria di Dell'Utri: Palazzo Cellini, sede di Publitalia, Milano 2, i magistrati arrivano e prendono le agende e nell'agenda del mese di novembre del 1993 si trovano due appuntamenti fra Dell'Utri e Mangano, il 2 novembre e il 30 novembre.E Mangano chi era, in quel periodo? Non era più il giovane disinvolto del '73-'74 quando fu ingaggiato e portato ad Arcore come stalliere: qui siamo vent'anni dopo.Mangano era stato in galera undici anni a scontare una parte della pena complessiva di 13 anni che aveva subito al processo Spatola per mafia e al maxiprocesso per droga, due processi istruiti da Falcone e Borsellino insieme.E' stato definitivamente condannato per mafia e droga a 13 anni, ne aveva scontati 11, uscito dal carcere nel 1991 era diventato il capo reggente della famiglia mafiosa di Portanuova e grazie al suo silenzio in quella lunga carcerazione aveva fatto carriera e partecipato alle decisioni del vertice della mafia di fare le stragi.E poche settimane dopo le ultime stragi di Milano e Roma, Dell'Utri incontra un soggetto del genere a Milano negli uffici dove sta lavorando alla nascita di Forza Italia.Io non so se tutto questo sia penalmente rilevante, lo decideranno i magistrati: penso che sia politicamente e storicamente fondamentale saperlo, mentre si vede Gianfranco Fini che cita Paolo Borsellino al congresso che sta incoronando il responsabile di tutto questo, cioè Berlusconi.Verrebbe da dire “pulisciti la bocca”.Possibile che invece di abboccare a tutti i suoi doppi giochi, quelli del centrosinistra non – ma dico uno, non dico tutti, li conosciamo, fanno inciuci dalla mattina alla sera e sono pronti a ricominciare con la Costituente come se non gli fosse bastata la bicamerale – uno, di quelli anche più informati, che dica “ma come ti permetti di parlare di Borsellino? Leggiti quello che diceva, Borsellino, di questi signori in quella famosa intervista prima di morire”.Leggiti quello che c'è scritto nella sentenza Dell'Utri e poi vergognati, perché quel partito lì non l'ha fondato lo Spirito Santo, l'hanno fondato Berlusconi, Dell'Utri, Craxi con l'aiuto di Mangano che faceva la spola fra Palermo e Milano, infatti le famiglie mafiose decidono di votare per Forza Italia e di abbandonare Sicilia Libera – che viene sciolta nell'acido probabilmente – quando Mangano arriva giù a portare le garanzie.
Bettino, Silvio e Marcello
Io concludo questo mio intervento, che racconta l'altra faccia della nascita e delle origini di Forza Italia e quindi della Seconda Repubblica, semplicemente leggendovi quello che hanno scritto e detto prima Ezio Cartotto, piccolo brano, e i giudici di Palermo.Cartotto dice: “Craxi ci disse – in quella famosa riunione in cui si aprì la porta – che bisogna trovare un'etichetta, un nome nuovo, un simbolo, qualcosa che possa unire gli elettori moderati che un tempo votavano per il pentapartito. Con l'arma che hai tu, Silvio, in mano delle televisioni, attraverso le quali puoi fare una propaganda martellante”. Mh... “Ti basterà organizzare un'etichetta, un contenitore – una volta è Forza Italia, una volta la CdL, una volta il PdL -, hai uomini sul territorio in tutta Italia, puoi riuscire a recuperare quella parte di elettorato che è sconvolto, confuso ma anche deciso a non farsi governare dai comunisti e salvare il salvabile”.Vedete che Berlusconi continua a ripetere le stesse cose che gli aveva detto Craxi, quindici anni dopo non ha ancora avuto un'idea originale.Berlusconi invece era ancora disorientato, in quel momento, tant'è che dice: “mi ricordo che mi diceva: 'sono esausto, mi avete fatto venire il mal di testa. Confalonieri e Letta mi dicono che è una pazzia entrare in politica e mi distruggeranno, che faranno di tutto, andranno a frugare tutte le carte e diranno che sono un mafioso”.Questo diceva Berlusconi nella primavera del 1993. Domanda: ma come può venire in mente a un imprenditore della Brianza di pensare che se entra in politica gli diranno che è un mafioso? E' mai venuto in mente a qualche imprenditore della Brianza che qualcuno potrà insinuare che è un mafioso? Ma uno potrà insinuare che è uno svizzero, piuttosto, ma che è un mafioso no! Cosa c'entra? Strano che lui avesse questa ossessione, no?“Andranno a frugare le carte e diranno che sono un mafioso” già, perché evidentemente in certe carte si potrebbe anche trarre quella conclusione lì.“Che cosa devo fare? A volte mi capita perfino di mettermi a piangere sotto la doccia”. Queste erano le condizioni psicologiche, umane del personaggio, disperato perché sapeva che Mani Pulite sarebbe arrivata a lui ben presto, e non solo mani pulite visto che temeva addirittura di finire dentro per mafia.I giudici di Palermo, nella sentenza Dell'Utri, nove anni di reclusione e interdizione dai pubblici uffici in primo grado, scrivono: i rapporti tra Dell'Utri e Cosa Nostra “sopravvivono alle stragi del 1992 e 1993, quando i tradizionali referenti, non più affidabili, venivano raggiunti dalla vendetta di Cosa Nostra – i vecchi politici: Lima, Salvo... - e ciononostante il mutare della coscienza sociale di fronte al fenomeno mafioso nel suo complesso”.Cioè Dell'Utri nonostante la gente cominci veramente ad appassionarsi all'antimafia dopo la morte di Falcone e Borsellino, rimane sempre lo stesso.Esistono “prove certe della compromissione mafiosa dell'imputato Dell'Utri anche relativamente alla sua stagione politica – quella di cui abbiamo parlato -. Forza Italia nasce nel 1993 da un'idea di Dell'Utri il quale non ha potuto negare che ancora nel novembre del 1993 incontrava Mangano a Milano mentre era in corso l'organizzazione del partito Forza Italia e Cosa Nostra preparava il cambio di rotta verso la nascente forza politica”.Dell'Utri incontrava Mangano nel 1993 e poi anche nel 1994 “promettendo alla mafia precisi vantaggi politici e la mafia si era vieppiù orientata a votare Forza Italia”.Tutto questo è scritto in una sentenza di primo grado, che naturalmente aspetta conferme o smentite in appello e in Cassazione.Però è strano che non si sia trovato nessuno che la citasse in questi giorni tra un retroscena e l'altro.Io penso che sia fatta giustizia, spero che prima o poi, invece di usarlo soltanto per raccattare qualche voto sporco in campagna elettorale, tributino finalmente nel prossimo congresso i giusti onori anche al padre fondatore, anzi al padrino co-fondatore, Vittorio Mangano.Passate parola."