sabato 28 febbraio 2009

CONTE / I VERDI + CAMORRA

IL PM: «CONTE ELETTO GRAZIE A MISSO, ABBIAMO LE PROVE»

Scritto da T. B. da il Corriere del Mezzogiorno, 28-02-2009 08:34
«Roberto Conte ha fatto campagna elettorale grazie alla camorra di Misso. La sua è una storia strampalata. Le prove a suo carico sono serie ed assurde, il giusto reato contestato è quello di concorso esterno in associazione di stampo mafioso e non poteva essere altrimenti».
Il pm Giuseppe Narducci ha cominciato ieri la requisitoria nel processo con rito abbreviato in corso davanti al gup Luigi Giordano per l'appoggio che il clan Misso fornì ai Verdi in occasione delle elezioni regionali del 2000. Il boss della Sanità, oggi pentito, per far eleggere Conte si rivolse anche agli altri clan suoi alleati, in particolare ai Sarno di Ponticelli. E proprio qui, ha sottolineato il pm, il consigliere regionale ottenne moltissimi voti. «È questo che conta — ha detto Narducci — anche se alla Sanità altri raccolsero più consensi di Conte, come non mancheranno di rimarcare i difensori degli imputati ». Le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia sono fondamentali per l'inchiesta: quelle dello stesso Misso e quelle di Mariano Mirante, che ha raccontato di aver assistito direttamente a diversi incontri tra il boss della Sanità e il politico quando accompagnava il padre, amico e collaboratore di Misso poi ucciso in un agguato. Un connubio insolito, quello tra il boss e un (allora) esponente dei Verdi, se si pensa ai trascorsi politici di Misso, storico simpatizzante della destra. Fu lui stesso a spiegare che cosa fosse accaduto in un interrogatorio nel carcere di Rebibbia: «Io per sostenere il Movimento sociale italiano ho ammazzato e rischiato la vita, ma il partito mi ha scaricato: così, alle elezioni regionali del 2000, non ho incontrato i candidati di An che volevano vedermi. No, ho scelto di sostenere un partito della coalizione di centrosinistra. E ho fatto la campagna elettorale per l'esponente dei Verdi Roberto Conte».

giovedì 26 febbraio 2009

INTRIGO INTERNAZIONALE / UN GIALLO

La notizia dei 500 milioni di euro offerti dall’Abu Dhabi United Group for the Development and Investment (ADGDI) per rilevare il 40% del pacchetto azionario del Milan calcio ha fatto il giro del mondo, mettendo in fibrillazione azionisti, scommettitori e tifosi. Il presidente del Consiglio e proprietario della blasonata squadra italiana, Silvio Berlusconi, ha smentito qualsivoglia trattativa di cessione, ma ci sono troppe strane coincidenze per poter archiviare frettolosamente l’intera vicenda. Innanzitutto perché dietro l’operazione ci sarebbe lo sceicco Mansour Bin Zayed Al Nayhan, membro della famiglia che governa l’emirato di Abu Dhabi, nonché proprietario del Manchester City, team inglese del solo qualche mese fa aveva chiesto di acquistare Kaká dal Milan, in cambio di 108 milioni di euro.Poi perché dal 10 agosto 200 7, l’Abu Dhabi Investment Authority, il principale fondo degli Emirati Arabi Uniti, possiede il 2,04% del capitale di Mediaset, la cassaforte dell’impero Berlusconi e, secondo alcuni analisti economici, punterebbe a rastrellare un altro 3% delle azioni del biscione, sfruttando l’uragano finanziario che si è abbattuto sulle borse mondiali. Terzo, perché è sotto gli occhi di tutti la convergenza di politiche ed interessi economici tra il governo italiano e il piccolo emirato arabo. A fine gennaio, ad esempio, l’Abu Dhabi Tourism Authority (ADTA), l’autorità statale che dirige l’industria turistica, ha aperto due uffici di rappresentanza in Italia, uno a Roma e uno a Milano. Il 4 febbraio, la sottosegretaria al Turismo, Michela Brambilla, fedelissima berlusconiana, si è recata in Medio Oriente per inaugurare il forum del turismo alberghiero Italia-Abu Dhabi ed insignire lo sceicco Su ltan Bin Tahnoon Al Nahyan (stretto congiunto del titolare del Manchester) e presidente di ADTA, dell’onorificenza di Grande Ufficiale Ossi della Repubblica italiana.
Il presidente del consiglio e il ministro della difesa Ignazio La Russa, sono andati ben oltre. Hanno inviato il pattugliatore d’altura Comandante Bettica per fare da ambasciatore del complesso militare industriale italiano al salone internazionale della difesa IDEX 2009 organizzato ad Abu Dhabi dal 22 al 26 febbraio 2009. All’appuntamento dei mercanti di guerra, il gruppo Finmeccanica, in buona parte proprietà del Tesoro, si è presentato al gran completo: la controllata Alenia Aeronautica per piazzare aerei antisommergibile e anti-nave ATR-72-ASW ed i velivoli da trasporto tattico C-27J Spartan; Alenia Aermacchi, gli addestratori M-311 ed M-346; Agusta Westland, gli elicotteri da combattimento AW-119 Koala, AW-129, Super Lynx 300 ed NH-90; Oto Melara, i cannoni navali 76/62 e i blindati Centauro; Drs Technologies, i sistemi di rilevamento e sorve glianza utilizzati in mezzo mondo contro i migranti.
C’è pure l’ombra di Abu Dhabi sui lavori del Ponte sullo Stretto di Messina, obiettivo strategico dell’esecutivo Berlusconi. Lo hanno scoperto i magistrati romani che indagavano su un anziano ingegnere italo-canadese, Giuseppe Zappia, che aveva partecipato alla fase di pre-qualifica per la progettazione e l’esecuzione dell’opera. Secondo la Procura capitolina che ne ha chiesto il rinvio a giudizio, il professionista si sarebbe mosso per conto del boss Vito Rizzuto (capo della criminalità organizzata del Canada e stretto alleato del clan Bonanno di New York), intenzionato ad investire nell’operazione Ponte un paio di milioni di dollari provenienti dal traffico di stupefacenti. Sempre secondo i magistrati romani, una parte del denaro per i lavori nello Stretto di Messina sarebbe dovuto arrivare dalla riscossione di una ingente somma in Medio Oriente da parte d ell’ingegnere Zappia e di alcuni associati del Rizzuto. In particolare, il professionista italo-canadese aspirava ad entrare in possesso di un miliardo e settecento milioni di dollari corrispondenti al valore di alcuni lavori realizzati ad Abu Dhabi dalla ZMEC - Zappia Middle East Company Ltd., società costituita nel paradiso fiscale delle Isole Vergini. Nell’emirato arabo, tra il 1979 e il 1982, mister Zappia aveva progettato un acquedotto di oltre quattrocento chilometri ed ottenuto ben otto contratti di costruzioni civili. Sorsero tuttavia dei contrasti con gli enti committenti e la vicenda finì davanti ad un tribunale civile degli Stati Uniti d’America.
Ottenute le commesse e avviati i lavori ad Abu Dhabi, intorno alla metà del 1982, la ZMEC si vide prima ritardare il pagamento di una tranche, poi ricevere comunicazione del blocco dei restanti pagamenti. Nel gennaio 1983, l’ingegnere Zappia fu costretto a chiedere un prestito alla Emirates Commercial Bank (ECB). L’istituto impose alla ZMEC di trasferire le commesse ad un’altra società internazionale. “Ho dovuto sottoscrivere quest’accordo perché mi minacciarono di mettermi in prigione”, ha dichiarato Giuseppe Zappia.
Due anni più tardi, la ECB ed altre due banche dell’emirato furono ricapitalizzate e si fusero nell’Abu Dhabi Commercial Bank. Dopo aver chiesto ripetutamente alle autorità dell’emirato un congruo rimborso per le attrezzature della ZMEC che erano state sequestrate e cedute ad altre imprese, nel 1994 l’ingegnere citò di fronte alla giustizia americana l’Abu Dhabi Commercial Bank e l’Abu Dhabi Investment Authority, l’autorità statale che qualche anno più tardi avrebbe acquistato una consistente quota azionaria di Mediaset.
Il giudice distrettuale di New York rigettò il ricorso e nel giugno del 2000 arrivò per l’italo-canadese una sentenza d’appello altrettanto sfavorevole. A questo punto, per ottenere l’ambito risarcimento dall’allora presidente del consiglio di Abu Dhabi, Sheikh Kalifa bin Zayed Al Nahyan, Zappia contattò inutilmente il generale in capo dell’esercito USA di stanza nell’emirato ed alcune delle maggiori autorità del mondo arabo, come il sovrano del Marocco, il presidente siriano, il re di Giordania e il presidente palestinese Yasser Arafat. L’ingegnere si affidò allora ad un mediatore d’affari franco-algerino, Hakim Hammoudi, personaggio che secondo la Procura di Roma stava seguendo per conto del boss Rizzuto alcuni affari in Europa e nel Golfo Persico. Alla vigilia della gara per i lavori del Ponte, Hammoudi comunicò a Zappia di essere riuscito a sbloccare il credito avanzato ad Abu Dhabi grazie alla collaborazione di un non meglio specificato “principe” della casa regnante in Arabia Saudita, anch’egli interessato ad entrare nel grande affaire dello Stretto. Il 19 luglio 2003, Zappia veniva intercettato mentre dialogava al telefono con Vito Rizzuto ed Hakim Hammoudi. “Penso che stiamo arrivando alla fine adesso, o no?!”, domandava Rizzuto. “Comunque loro, da come la vedo io, vogliono dare qualche cosa ma non è abbastanza. Vediamo se possiamo prendere di più”. Gli ordini di cattura emessi dalla Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta Brooklin contro Zappia, Rizzuto e Hammoudi impedirono la conclusione della controversia finanziaria con le autorità statali di Abu Dhabi.
A rendere piuttosto ingombranti amicizie e affari dell’establishment italiano con la famiglia che governa l’emirato non c’è solo però l’episodio che ha visto protagonisti Zappia e Rizzuto. Lo sceicco Kalifa bin Zayed Al Nahyan, padre dell’odierno emiro di Abu Dhabi, Khalifa bin Zayed bin Sultan Al Nahyan, sino alla sua morte avvenuta nel 2006 è stato strettamente legato alle organizzazioni dell’estremismo religioso islamico. Negli anni ’60, Sheikh Kalifa bin Zayed visitò il Beluchistan pakistano sotto la protezione di un anziano funzionario dei servizi segreti di quel paese, che lo mise in contatto con molti dervisci e mistici locali. Fu proprio grazie a questi contatti che l’emiro di Abu Dhabi incontrò l’uomo d’affari pachistano Agha Hassan Abedi, divenendone grande amico e collaboratore sul piano economico-finanziario. Agha Hassan Abedi è il fondatore della BCCI, la Ba nk of Credit and Commerce International, più nota come Criminal Bank, per anni il più importante centro di “lavaggio” del denaro proveniente dal narcotraffico, utilizzata dalla CIA per la conduzione di operazioni clandestine a favore dell’ex alleato Saddam Hussein, del dittatore pakistano Mohammed Zia, della Contra nicaraguese e della resistenza islamica all’occupazione sovietica dell’Afghanistan. Fu proprio grazie all’amicizia con il potente emiro Zayed Al Nahyan, che la BCCI ebbe la possibilità di aprire tre filiali negli Emirati Arabi Uniti.
Il fervore religioso dell’ex capo di governo lo convinse a finanziare la realizzazione ad Abu Dhabi della più grande moschea del mondo, 500 mila metri quadrati di superficie. Il primo lotto dei lavori per un importo di 120 milioni di dollari, fu affidato nel 1996 a due imprese italiane, la Rizzani de Eccher di Udine ed Impregilo. Quest’ultima è oggi capofila della cordata general contractor per i lavori del Ponte di Messina. Attraverso la controllata Fisia Italimpianti, Impregilo ha pure realizzato ad Abu Dhabi sette dissalatori; recentemente ha sottoscritto con l’emirato un contratto per un nuovo dissalatore della capacità di cento milioni di galloni al giorno ed una centrale elettrica di 1.500 MW a Shuweihat, lungo la costa del Golfo Persico.
Ma non finiscono qua i flirt interessi italiani con Abu Dhabi. Nel luglio 2005, la maggiore società d’investimenti del governo, la Mubadala Development Company, ha acquisito il 5% del pacchetto azionario della prestigiosa scuderia automobilistica Ferrari, controllata in parte da Gemina-Fiat, al tempo maggiore azionista d’Impregilo. Successivamente è arrivato l’acquisto del 35% della Piaggio Aereo Industry, storico gruppo produttore di velivoli civili e militari. Mubadala è oggi uno dei maggiori partner internazioni del colosso dell’industria bellica statunitense Lockheed Martin.
Dopo l’automobilismo è arrivato il calcio. Dicevamo del Manchester City. Poi, a fine 2008, l’Abu Dhabi Sports Council, il ministero dello Sport nazionale, ha stipulato un accordo triennale con l’Inter Football Club di Milano per lo sviluppo del calcio giovanile nell’emirato e la formazione degli allenatori delle 5 squadre presenti sul suo territorio: Al Jazeera, Al Wahda, Al Ain, Baniyas, Al Dafra. È notizia di questi giorni il tentativo di scalata al Milan da parte dell’Abu Dhabi United Group for the Development and Investment.
Come se ciò non bastasse, ci sono le cointeressenze “indirette” in un’altra grande squadra del calcio italiano. L’Abu Dhabi Investment Authority possiede il 25% dell’Arab Banking Corporation (ABC), istituto finanziario d’eccellenza in Nord Africa e Medio oriente, con sede a Manama, Bahrain. Un altro 26% delle quote dell’ABC è in mano alla Central Bank of Lybia, la banca centrale dello stato nord africano. Partner strategico del governo di Gheddafi nell’implementazione del piano di privatizzazione di istituti finanziari ed imprese, l’Arab Banking Corporation detiene il 7,5% delle azioni della Juventus di Torino, più altri cospicui pacchetti di Unicredit, Fiat ed ENI. Gheddafi è un altro leader arabo super corteggiato da Berlusconi & C. I capitali generati dall’export petrolifero fanno gola a banche, assicurazioni, società di costruzioni e produttori d’armi. E chissà che fanta-campionato ci aspetta con emiri e colonnelli a contendersi squadre, calciatori, allenatori e presidenti…

STEFANO MONTANARI / RIFIUTI

Fra qualche giorno uscirà il libro dal titolo autoesplicativo “Rifiuti: Riduco e Riciclo per Vivere Meglio, Guida alle Buone Pratiche” edito da Arianna.
Ho curato il volume, nato dall’esperienza del convegno di Gambettola dell’ottobre scorso, come ideale complemento tecnico de Il Girone delle Polveri Sottili mettendo insieme contributi di vari autori e ne ho scritto alcuni capitoli. Ogni autore regala un tesoro di conoscenza e confesso che, ancora rileggendo il libro, mi sono veramente arrabbiato: come si fa a non tenere conto di certe verità inoppugnabili?
Vista la quantità di domande che continuo a ricevere sull’argomento rifiuti, inceneritori, trattamenti alternativi all’incenerimento (come se l’incenerimento avesse alternative e non fosse che un monumento all’ignoranza e alla corruzione), spero ci si prenda la briga di leggerlo. Lì, in quelle pagine, si troveranno tantissime risposte.
Il libro è stato scritto per parlare a tutti, compresi i politici “negazionisti”, quelli che penzolano dalle labbra di Umberto Veronesi, di Michele Giugliano, di Franco Battaglia… Quelli che cercano nella “scienza” con le virgolette l’alibi per le loro mascalzonate. Quelli che, nella loro tenera ignoranza o nella loro squallida corruttibilità, hanno avuto l’arrogante ingenuità di reputarsi capaci di abrogare le leggi secondo cui l’Universo è stato progettato e funziona. Quelli che cercano gl’inquinanti a cento metri dagl’inceneritori perché, nel loro modello di Universo, i veleni più in là non vanno, specie se a cento metri c’è il confine con un altro comune. Quelli che sono convinti che un elemento chimico scompaia per combustione, così surclassando per bizzarria qualunque alchimista dilettante. Quelli che sono certi che dal camino dell’inceneritore esca aria più pulita di quella che entra. Quelli che all’inceneritore hanno cambiato
nome, ribattezzandolo “termovalorizzatore”. Quelli che credono che la tossicologia valga solo quando non disturba gl’interessi di qualcuno. Quelli che applicano l’epidemiologia secondo regole che fanno a cazzotti con la scienza ma che sono pappa e ciccia con il furto, la truffa e perfino l’assassinio. Quelli che “è tutto entro i limiti di legge.” Quelli che affermano che la raccolta differenziata non può funzionare. Quelli che sono convinti che San Francisco, Los Angeles e l’intera Nuova Zelanda insieme con tutte le migliaia di città più o meno grandi e popolose dove si lavora sulla strategia Rifiuti Zero siano paesini isolati della tundra canadese (cito tristemente il professor Michele Giugliano del Politecnico di Milano che così si espresse nel corso di una puntata a dir poco da Elza Poppin di una trasmissione TV chiamata Matrix.) Quelli che “i rifiuti dove li mettiamo.” Quelli che non hanno mai visto un bambino condito di nanoparticelle e non vogliono vederlo. Quelli che archiviano i processi.
Ed è scritto anche per quei miserabili personaggi che non hanno mai guardato attraverso un microscopio e che strepitano mascherati carnevalescamente da scienziati ammantando di “cultura” quella che è nient’altro se non la più ripugnante delinquenza. Chi era a Venezia il 19 novembre scorso e ha assistito all’ignobile gazzarra di una banda di tromboni a gettone sa di che cosa parlo.
Quanto all’efficienza con cui il libro sarà distribuito, non saprei. Per esperienza temo che non sarà facile, anzi, sarà quasi impossibile, trovarlo in libreria e credo che la cosa migliore sia quella di richiederlo direttamente all’Editore, cosa possibile fin da ora:
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__rifiuto-riduco-e-riciclo-per-vivere-meglio.php
Da ultimo, come sempre, sia chiaro che i diritti d’autore supporteranno la ricerca sulle nanopatologie. Dunque, un investimento doppio per chi lo acquisterà e triplo se ne regalerà una copia ad ognuno dei consiglieri del suo comune.
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Scritto e postato da Gianluca Pistore

mercoledì 25 febbraio 2009

NUCLEARE / SCORIE

Nucleare, in Italia 'Colosseo di scorie', serve bunker nazionale
L'esperto Ispra: "Vecchi impianti potrebbero non andar più bene"
© APCOM
Roma, 25 feb. (Apcom) - Produrre energia nucleare in Italia significa porsi il problema dello smaltimento delle scorie e per questo, oltre a centrali e impianti, "è indispensabile costruire un sito unico nazionale per la raccolta dei rifiuti radioattivi".
Presto, infatti, l'Italia dovrà già fare i conti con circa 100 mila metri cubi di rifiuti radioattivi pregressi, più o meno la quantità del travertino utilizzato per costruire il Colosseo di Roma.
Francesco Mezzanotte, ingegnere responsabile del dipartimento Nucleare, rischio tecnologio e industriale dell'Ispra (l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, l'ente vigilato dal Ministero dell'Ambiente) spiega ad Apcom qual è la situazione nella Penisola dopo più di vent'anni di abbandono del nucleare e le prospettive future.
In Italia, al momento, ci sono circa 27 mila metri cubi di scorie radioattive, prodotte dai diversi siti (tra vecchie centrali, impianti nucleari, centri di ricerca) attivi in passato. Di questi - spiega Mezzanotte - circa mille metri cubi sono scarti dell'industria o del comparto ospedaliero. Sono scorie a basso contenuto radioattivo, in grado cioè di esaurirsi in qualche centinaio di anni".
Questa quantità aumenta di circa mille metri cubi l'anno, a causa delle attività al di fuori degli impianti nucleari e perchè il mantenimento in sicurezza degli impianti nucleari ancora attivi per il contenimento delle scorie continua a produrre, di per sé, rifiuti".
Oltre ai 27 mila metri cubi, "bisogna contarne altri circa 6 mila oggi in Inghilterra": in base ad accordi tra Roma e Londra negli anni '60, '70 e '80 del secolo scorso, infatti, l'Italia ha inviato oltre la manica una quantità di scorie nucleari per il cosiddetto 'riprocessamento', cioè il recupero di uranio e plutonio (i materiali più 'pesanti', che si smaltiscono in diverse migliaia di anni). "Queste scorie dovranno tornare, in base ad una clausola ormai accettata a livello internazionale", continua Mezzanotte, ricordando che "dal 2020 tornano dalla Francia altre 235 tonnellate di combustibile irragiato", ottenuto dalla altre scorie radioattive.
Calcolando anche le scorie prodotte dallo smantellamento e dalla decontaminazione degli impianti esistenti, "che comunque non potranno essere utilizzate per le nuove centrali perchè troppo obsolete", gli esperti calcolano che l'Italia debba fare i conti con circa 100 mila metri quadri di scorie radioattive.
Un numero per eccesso", sottolinea Mezzanotte, immaginabile come "uno strato alto 15/20 metri con una base di un campo di calcio.
Non molto però se immaginiamo che ogni anno in Italia vengono prodotte 5 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi non radioattivi". Quasi quattro volte tanto.
Per questo, secondo l'ingegnere dell'Ispra, "è indispensabile un sito nazionale dove immagazzinare le scorie: la Francia ne ha due e ha rifiuti radioattivi quasi 50 volte in più che l'Italia. Si pensa ad un bunker, o comunque ad un parallelepipedo lungo decine di metri con dentro i rifiuti stoccati come blocchi di cemento.
Spetta al governo ad indicare una soluzione".
Quanto alla localizzazione delle nuove centrali, per Mezzanotte "non è affatto detto che i siti vecchi vadano ancora bene. Anzi ce ne sono alcuni che sicuramente non possono essere più riutilizzati per impianti o per centrali, come nel caso dell'impianto di Saluggia in Piemonte. Anche la normativa con la quale sono stati costruiti è molto vecchia".
Le localizzazioni seguiranno comunque dei requisiti particolari: "Zone poco sismiche o che mantengano sempre stabilità, vicino a grandi fonti di acqua, posti senza pericolo di inondazioni, possibilmente lontano da luoghi densamenti popolati, non per forza baricentrici alle regioni che si vogliono servire di energia", conclude Mezzanotte.

COME FUNZIONA L'ITALIA

C'era una volta e c'è ancora oggi un insieme di grandi Democrazie Occidentali. Le riconosciamo per via di una stupenda Consapevolezza, insita nei i propri Leader: qualora si macchiassero di una qualsivoglia condotta istituzionale indegna, il Mix che unisce Scuse Pubbliche a DIMISSIONI IMMEDIATE diverrebbe per loro l'unica strada percorribile.1974, Usa. Il Presidente Richard Nixon si dimette in seguito allo Scandalo Watergate. 7 anni dopo, in un'intervista passata alla storia, Nixon ammetterà le proprie colpe. 1995, Svezia. Stroncata la carriera della VicePremier Mona Sahlin, pronta a diventare Leader indiscussa del Paese e del partito SocialDemocratico: ha utilizzato la carta di credito dello Stato per comprare ai figli Cioccolato e Pannolini. 1998, Usa. Bill Clinton mente sul rapporto con la propria stagista, rischiando la galera per falsa dichiarazione giurata. L'uomo più potente del mondo viene salvato in extremis dal Senato.1999, Germania. Helmut Kohl, grande Cancelliere ed unificatore delle 2 Germanie, si scusa in Diretta Tv per i Fondi Neri ricevuti dal proprio partito. Carriera Maciullata. 2005, Francia. Il Ministro delle Finanze Gaymard si dimette. Un settimanale ha rivelato che lo Stato pagava 14 mila € al mese per concedere gratis al Politico un lussuoso appartamento su gli Champs-Elysées. 2006, Svezia. Si dimette la Ministra della Cultura, Cecilia S.C.: la stampa rivela che da 16 anni non pagava il Canone Televisivo e retribuiva in Nero la Tata dei propri figli. Si dimette pure Maria Borelius, sia da Parlamentare che da Ministra del Commercio. Anche per lei niente Canone e badante in Nero, ma con l'aggiunta di 2 reati inauditi: evasione delle Tasse sulla Casa delle Vacanze, e vendita non dichiarata di Azioni Societarie. 2008, Gran Bretagna. Si dimette il Ministro del Lavoro Peter Hain: non dichiara 103 mila sterline donategli durante la campagna elettorale. 2008, Perù. Il Premier Jorge del Castillo, (e larga parte dell'Esecutivo), si fa corrompere da una compagnia norvegese di estrazione in cambio dei diritti di esplorazione ed estrazione di greggio su suolo peruviano. Unica soluzione: "Dimissioni in blocco del Governo". 2008, Grecia. Si dimette il Portavoce del Governo Roussopoulos, in seguito ad uno scandalo immobiliare. Egli nega qualsiasi add ebito, ma lascia l'incarico per "non pesare sull'attività dell'Esecutivo". 2008, Israele. Il Premier Olmert, indagato per corruzione, dichiara che vuole dimostrare la sua estraneità ai fatti da persona qualunque. Fiero di "vivere in uno Stato in cui un Premier può essere indagato come un semplice cittadino". Di danni ne farà altri, ma quello rimarrà un gran messaggio. 2009, Usa. Barack Obama, il Neo-Presidente, deve rinunciare immediatamente alla nomina di 3 Ministri. Tom Daschle (Sanità), colpevole di evasione per 120 mila dollari. Nancy Killefer (Budget), non pagò per 1 anno e mezzo i contributi alla Colf. Bill Richardson (Commercio), per un'inchiesta di corruzione. Nessuna italica solidarietà nemmeno per Rod Blagojevich, arrestato dall'Fbi con l'accusa di Corruzione e Frode Postale: tentò da Parlamentare e Governatore dell'Illinois, di vendere al miglior offerente il seggio lasciato libero da Obama.Aggiornamento: 2009, Spagna. Si dimette il Ministro della Giustizia Bermejo. La vicinanza ad un Magistrato che indagava su ipotesi di corruzione in ambienti vicini al Partido Popular, gli è costata il posto. Leggere per credere, Leggere per capire il "Democrat Divide" che ci separa dai nostri amici europei. (Fonte 1 - 2)
2009, Italia. Sentenza Mills. Il Premier Italyco diventa ufficialmente Corruttore, o comunque proprietario di un'Azienda che Corrompe avvocati inglesi perché testimonino il Falso in processi che vedono imputato lo stesso Primo Ministro. NON SE NE VA. Questo è solo l'ultimo piccolo (ma gigante altrove), schizzo di una Tela tanto Estesa quanto Marcia: fatta di Derisioni Costituzionali, Aggiramenti Legislativi, Prese per i Fondelli Popolari, Conflitti di Interessi Universali, Barzellette Naziste ed Appartenenze Massoniche. Siamo Sudditi di un P2residente talmente inadatt o all'esercizio del Governo da apparire persino una Scelta Vincente. Opposti che si Attraggono, Meno per Meno Più, Realtà così Incompatibili da sfocarne la lontananza. NON SE NE VA. Dovete perdonarmi se torno ancora sul Caso Mills. Ma vedere come il Servizio Pubblico Italiano, la Rai, e l'informazione in generale, abbiano orinato sopra questa Epocale Sentenza, raccontata in Tutto il Mondo dai Migliori Media del Mondo, mi fa male. Vedere come la maggior parte dei cittadini non la sensibilità democratica per incazzarsi davvero, è ancor più letale. E allora parliamone, perché per cavalcare quel vitale cambiamento da tutti auspicato, dovremmo cominciare ad indignarci, e pretendere indignazione. Verbi che stanno perdendo forza, tanto il ricorso che ne facciamo. Dovremo cominciare a nutrire pesantemente la sfera cerebrale deputata all'orgoglio democratico e all'etica istituzionale ... davanti alla Corruzione, ormai ufficiale, del Potere Italico, è l'unica cosa da fare. NON SE NE VA.

domenica 22 febbraio 2009

IMPORTANTE PER L'ITALIA / LEGGETE

I partiti politici sono morti. I cittadini si devono staccare dai morti finchè sono in tempo. Veltrusconi è nato morto. Un tentativo per garantire gli interessi della classe politica e delle lobby. Non può durare. Veltrusconi sono due gemelli siamesi. Se li separi muoiono entrambi. Oggi Ueltròn, domani lo psiconano. Le giovani generazioni e i cittadini onesti non possono affidare il loro futuro alla faccia di Franceschini o al ghigno di D'Alema. Al nulla di Fassino e di Rutelli. Alla politica da bassa cucina di Arcore di Violante e della Finocchiaro. Guardate quelle facce. Non rappresentano più nulla. Il loro programma si chiama sopravvivenza. Vogliono durare, si sentono indispensabili. Lo sono solo a sè stessi. Iscritti al partito in tenera età non conoscono il prezzo di un litro di latte, non hanno mai saputo cosa vuol dire non avere uno stipendio, essere precari, disoccupati. Lavorare! Hanno volato alto, assistiti dalla grazia, dallo spirito santo Scalfari, dal divino Carlo De Benedetti, dalle cooperative rosse, ma anche bianche. L'ideologia e i Grandi Temi, il primato della Politica, la superiorità intellettuale, il giusto distacco dal Paese reale. Le Bicamerali con il piduista e le frequenze radiotelevisive regalate a Testa d'Asfalto. In cambio di cosa Violante? Cosa vi ha dato in cambio? Lontano dalle energie rinnovabili, dal conflitto di interessi, dalla corruzione interna dei Del Turco e dei Bassolino, dal CIP6 regalato ai petrolieri, dall'informazione libera, dalle piazze Navona e Farnese, dai precari, dalla legge Treu/Biagi, dai morti sul lavoro. Il PD non è più un'alternativa, non lo è mai stata. E' una nave che affonda con le pantegane che fuggono in cerca di una scialuppa di salvataggio. Abbiamo una grande opportunità: liberarci per sempre di questa gente. Faccio un appello a tutti gli italiani che vogliono un cambiamento: create una Lista Civica a Cinque Stelle, iscrivetevi a una Lista Civica a Cinque Stelle, fondate un MeetUp. Prendete in mano il vostro futuro. A giugno si vota nei Comuni d'Italia, può essere la nascita di un nuovo movimento nazionale a Cinque Stelle. Libero dai cialtroni, dai professionisti della politica che nessuno ha eletto. Questo Parlamento è illegittimo, incostituzionale, antidemocratico. Il programma dei Comuni a Cinque Stelle lo state creando voi attraverso il blog e con le vostre mail. L'otto marzo sarà presentato a Firenze insieme alla Carta di Firenze. Il Rinascimento è partito da lì. L'Italia merita un Nuovo Rinascimento. Questo comitato di affari della Bolognina ha preferito far perdere Soru in Sardegna e Costantini in Abruzzo piuttosto che avviare un cambiamento che li avrebbe perduti. Hanno guadagnato qualche settimana. Che differenza c'è tra il PDmenoelle che candida Bassolino alle europee e il PDL che propone Mastella? Tra il condannato in via definitiva Carra del PDmenoelle e Ciarrapico del PDL? Ci hanno chiamati populisti, demagoghi, qualunquisti. Peggio di Mussolini, terroristi, senza un programma. Leggetevi il programma politico di questo blog: "Le Primarie dei Cittadini". Lo consegnai a Romano Prodi nel 2006. Se lo avesse attuato sarebbe ancora a Palazzo Chigi. Diffondete questo appello. Loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

sabato 21 febbraio 2009

LA LAUREA NON SERVE / LEGGI

Una volta ci si iscriveva alla Bocconi o al Politecnico o alla Normale di Pisa per avere un futuro. La sicurezza di un lavoro. Per i più ambiziosi c'era il sogno di un posto da sottosegretario, di ministro, di presidente del Consiglio. Oggi, i genitori incoraggiano i figli a iscriversi alle logge massoniche coperte. Una tessera P2 è una garanzia, meglio della laurea. I fatti parlano da soli: chi è piduista fa carriera. Il ragazzo aspirante piduista che non passa gli esami al CEPU può stare comunque sereno. Vede Cicchitto, tessera P2 2232, deputato, capogruppo alla Camera e la vita gli sorride. Le iscrizioni sono aperte presso la segreteria del PDL. Ditegli che vi mando io.

venerdì 20 febbraio 2009

ABBIAMO PERSA LA FACCIA

Negli anni ' 70 il Corriere della Sera era nelle mani della P2. Angelo Rizzoli, il proprietario, aveva la tessera 532, Tassan Din, il direttore generale, la tessera 534 e Franco Di Bella, direttore del giornale, la tessera 655. Oggi, anno 2009, chi controlla il Corriere della Sera? Chi suggerisce gli editoriali di Panebianco e di Battista? Chi ha ordinato a Mieli di togliere le inchieste giornalistiche di Why Not a Carlo Vulpio senza alcuna ragione apparente? Chi è la P3 che governa il Corriere della Sera? Dov'è la nuova lista di Castiglion Fibocchi?Ieri, tutti i giornali del mondo hanno riportato la notizia della condanna di Mills. L'avvocato corrotto da mister B. Hanno spiegato che lo psiconano non è stato giudicato per il lodo Alfano. Una legge che si è fatto su misura e che lo rende intoccabile. Hanno argomentato che nessun premier sospettato di corruzione per evitare la condanna in due processi sarebbe ancora al suo posto in un Paese normale, democratico, occidentale. Se non si fosse dimesso lo avrebbero cacciato. Leggetevi El Pais, The Guardian, Le Figaro, The Herald Tribune. La reputazione di un Paese è importante come e più della sua economia e noi l'abbiamo persa. Se gli Stati Uniti hanno avuto il Watergate, l'Italia ha il suo Millsgate. Se Nixon sospettato di corruzione avesse imposto al Congresso una legge per la sua impunità e il corrotto fosse stato condannato, Nixon sarebbe stato cacciato in due minuti.Li immaginate in quel caso titoli del Wall Street Journal o del New York Times?Il Corriere della Sera è invece diversamente giornale.Il Corriere della Sera ha toccato il fondo con la prima pagina di ieri. Meglio della Pravda.Il titolo principale è: "Veltroni si dimette, il Pd è nel caos". L'editoriale di Panebianco Cuor di Leone è dedicato a: "Il Peso delle Oligarchie". A centro pagina campeggia: "Intercettazioni, Mancino attacca".Seguono in ordine di dimensione: "Maltrattati gli animali delle fiction Rai "(il solo titolo 15 x 2,5 cm), "Benigni, show politico su Berlusconacci e i gay" (9x7,3 cm), "Mori prepara le ronde anti-ronde" (13x3,6 cm), la vignetta di Giannelli (9x6 cm), "Roma: sparano alle gambe a Calvagna, regista del 'Lupo'" (5,7x5,5 cm) e "Il fondatore della tv islamica: 'Ho decapitato mia moglie'" (5,7x5,5 cm).La notizia su Berlusconi presidente del Consiglio imputato a Milano al processo Mills per il quale il corrotto è stato condannato a 4 anni e mesi ha un riquadro di 3,5x9 cm. Nel titolo non è neppure menzionato Berlusconi: "Mills corrotto. Condannato a 4 anni e mezzo". Persino il colore di richiamo di un pezzo dale dimensioni di un francobollo è studiato per non attirare l'attenzione del lettore: un azzurrino chiaro al posto del blu e del rosso usati per gli altri. Infine, l'articolo è a pagina 21, dopo i gossip e le notizie di cronaca.Licio Gelli disse: "Il vero potere risiede nelle mani dei detentori dei mass media". Chi controlla il Corriere della Sera e con quali obiettivi? L'elenco della P3 è in via Solferino 28 a Milano o a un altro indirizzo?

giovedì 19 febbraio 2009

SILENZIO ASSENSO / ABOLIRE - SI

POTENZA / 18-02-2009
LA OLA SCRIVE ALLA REGIONE BASILICATA: ''E' NECESSARIO CANCELLARE IL PRINCIPIO DEL SILENZIO ASSENSO PER GARANTIRE TRASPARENZA''
POTENZA (UnoNotizie.it)
La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) – Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini – informa di aver inviato (per mezzo posta elettronica) al Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, all'assessore all'Ambiente, Vincenzo Santochirico, ai presidenti delle Commissioni consiliari, ai Gruppi e Consiglieri regionali una richiesta di modifica della Legge Regionale n.47 Dicembre 1998, avente come oggetto la “Disciplina della Valutazione d'Impatto Ambientale e norme per la tutela dell'ambiente”. Nella fattispecie, la nostra Organizzazione - affidandosi al senso civico ed istituzionale degli amministratori chiamati in causa – evidenzia la necessità di abrogare il Comma 2 dell’Art. 8 e modificare il Comma 1 dell’Art. 10 della sopraccitata Legge Regionale.

In merito al Comma 2 dell’Art.8, che recita: ”entro il termine perentorio di 60 giorni le Amministrazioni Provinciali e Comunali trasmettono il loro parere sull’opera proposta all’Ufficio Regionale Competente. Trascorso tale termine il parere si intende espresso positivamente”, si fa rilevare come in molte occasioni - non ultimo nelle ben note vicende legate ai permessi di ricerca petroliferi - si siano manifestate legittime perplessità e proteste da parte di numerosi cittadini, associazioni e persino dei rappresentanti dei gruppi politici, per nulla informati sulle procedure seguite dai sindaci di opposti schieramenti, che non hanno informato su progetti ed opere che riguardavano il territorio comunale i loro amministrati e persino i gruppi politici di minoranza delle proprie amministrazioni comunali. Ragion per cui, riteniamo che questa prassi, maldestramente applicata ed indotta dal citato Comma 2 dell’Art. 8, non solo contrasti con il principio di trasparenza ed informazione, ma sia lesiva dei principi democratici e di partecipazione sanciti dalla stessa legge, allorquando il legislatore all’Art. 1 afferma “La Regione Basilicata, al fine di tutelare e migliorare la salute umana, la qualità della vita dei cittadini, della flora e della fauna, salvaguardare il patrimonio naturale e culturale, la capacità di riproduzione dell’ecosistema, delle risorse e la molteplicità della specie, disciplina con la presente legge, in attuazione del D.P.R.12 aprile 1996 ed in conformità alle direttive CEE 85/377 e 97/11 la procedura per la valutazione di impatto ambientale dei progetti pubblici e privati di cui al successivo art.4, riguardanti lavori di costruzione, impianti, opere, interventi che possano avere rilevante incidenza sull’ambiente”.

E’ del tutto evidente, infatti, alla luce di molteplici ripetuti casi recenti, come i cittadini e persino le forze politiche che fanno parte delle stesse amministrazioni non abbiano potuto conoscere ed esercitare il loro diritto di esprimersi su opere e progetti i cui pareri sono stati espressi dai sindaci con la procedura del “silenzio assenso”, anche nel caso di rilevanti progetti che investono la molteplicità degli aspetti connessi alla salute e all’ambiente. Analogamente, la OLA chiede di modificare anche il Comma 1 dell’Art.10 della Legge Regionale n.47 del 14 Dicembre 1998, che recita “il pubblico di cui all’art.9 può essere consultato anche su iniziativa della Giunta Regionale che, per opere di particolare rilevanza, può indire entro 60 giorni dall’avvio del procedimento” attraverso audizioni pubbliche. Quindi, sarebbe auspicabile - al fine di allargare il processo partecipativo - rendere “obbligatoria” tale prassi mediante audizioni pubbliche e/o consigli comunali aperti.
La OLA, auspicando che la democrazia possa essere alimentata solo attraverso la partecipazione alle scelte e con la garanzia dei diritti fondamentali, tra i tra i quali il diritto di informazione, si augura che le Istituzioni – accettando la nostra richiesta di modifiche - assolvano, nella pienezza del loro ruolo, ai compiti sanciti dalla Costituzione e dagli Statuti.

REGIONE MARCHE / OGM

ANCONA / 19-02-2009
MARCHE, OGM: OPPORTUNITA' O RISCHI? APPUNTI PER I CONSUMATORI E GLI AGRICOLTORI
Petrini: “Un opuscolo per promuovere le produzioni di qualità”
Divulgare i vantaggi offerti da una politica agricola attenta alla qualità delle produzioni, al rispetto ambientale, al valore della biodiversità. “Appunti” utili per orientare le scelte dei consumatori e degli agricoltori sono riportati in una nuova pubblicazione, curata dalla Regione Marche.

Scaricabile dal sito www.agri.marche.it pagina OGM –Attività 2009, l’opuscolo: “Gli O.G.M. opportunità o rischi?” verrà distribuito attraverso le scuole e le associazioni di categoria. “La pubblicazione di questo opuscolo – evidenzia il vice presidente Paolo Petrini – aiuterà il consumatore e l’agricoltore a capire come gli investimenti colturali e la salute dei cittadini siano temi strettamente legati ai comportamenti individuali, i quali, a loro volta, condizionano la programmazione economica”.

Il volume, per questo motivo, è diviso in due parti, così da soddisfare i dubbi del consumatore e dell’agricoltore. “La scelta della Regione è chiara – sottolinea Petrini – Le Marche, dal 2004, hanno vietato la coltivazione degli Ogm su tutto il territorio, condividendo una sensibilità comune a molte altre regioni europee. Inoltre, il 18 e 19 giugno 2009, ospiteremo, a Urbino, la 7a Conferenza internazionale della Rete delle Regioni d’Europa OGM-FREE (www.gmofree-euregions.net), con l’intento di ribadire un ruolo guida nella diffusione di un’agricoltura di qualità”.

Su questo fronte la Regione parte già avvantaggiata, avendo operative disposizioni che promuovono la salvaguardia delle produzioni tipiche e biologiche, oltre a un apprezzato marchio di qualità (Qualità garantita Marche). Comunque nei confronti degli organismi geneticamente modificati, scrive Petrini nella presentazione, “le Marche hanno un approccio non ideologico, ma supportato da coerenti analisi, tecniche ed economiche, che depongono a favore della salvaguardia delle produzioni tipiche, di qualità e biologiche”.

40 POLIZIOTTI PER LA SCORTA / LEGGERE

FABRICA DI ROMA (VITERBO) / 19-02-2009
40 AGENTI PER MAGDI HALLAM? USIAMOLI NELLE CITTA'. IL GIA' VICE DEL CORRIERE DELLA SERA E LA SICUREZZA
FABRICA DI ROMA -VITERBO (UNONOTIZIE.IT)
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Egregio Direttore
Domenica scorsa, con alcuni amici, mi sono recato al teatro tenda di Fabrica di Roma, in provincia di Viterbo, per assistere alla più che famosa commedia di Eduardo De Filippo “Natale in casa Cupiello”. A teatro quasi pieno, dopo avere preso posto in platea, la nostra attenzione fu attirata da un convulso gruppo di persone che entravano nel teatro, in mezzo alle quali scorgemmo un signore, esile a confronto dei sei marcantoni che lo attorniavano.
Riconoscemmo il sig. Magdi Cristiano Hallam, recentemente convertitosi al cristianesimo e battezzato dal Papa in persona, in una pubblica cerimonia. Per tutto il tempo della commedia le guardie del corpo, alcune sedute dietro di lui ed altre in piedi nei pressi, esercitavano un controllo attento e continuo intorno alla sua persona, svolgendo compiutamente il compito loro assegnato. Fuori del teatro era parcheggiata una macchina, probabilmente blindata, con autista a bordo.
Almeno sette agenti avranno seguito il sig. Hallam, nel breve tragitto che separa il teatro dalla sua villa, la quale è sorvegliata da due pattuglie permanenti di Carabinieri e Guardia di Finanza, che si alternano. Quindi il totale degli agenti impiegati, per la protezione del sig. Hallam, sarebbe almeno di dieci! Considerando che i turni di servizio sono di circa sei ore, si può ipotizzare che il sig. Hallam sia protetto, con la sua famiglia, da un piccolo esercito di 40, 50 agenti dello Stato! Pari a circa 10 piccole stazioni di Carabinieri, a protezione di circa 10 paesi!
Ci saranno certamente gravi pericoli per la vita di Hallam, ma come può lo Stato permettersi di impiegare così tante risorse per un solo cittadino? E quanti altri cittadini sono a rischio criminalità, nelle loro professioni, nei loro spostamenti, anche solo vivendo in alcune località? Quante donne eviterebbero di essere stuprate, se ci fosse anche solo un agente nelle vicinanze?
L’insicurezza è avvertita dalla maggioranza della popolazione in tutto il territorio nazionale, tanto che è stata una delle cause che hanno maggiormente contribuito a fare vincere le elezioni all’attuale maggioranza. La cronaca giornaliera è piena di fatti delittuosi e ciò che è riportato rappresenta solo la punta dell’iceberg! Come si può promettere di impiegare 30.000 soldati nelle strade e piazze d’Italia, come ha fatto recentemente il Presidente del Consiglio, quando per un solo cittadino, si mettono a disposizione 40 agenti?
E perché non si chiede alle persone benestanti, e Magmi certamente lo è, di provvedere a loro spese alla sicurezza personale con agenti privati, come fanno tante categorie di cittadini che si rivolgono alla sicurezza privata? Perché non si chiede a questi super protetti di tenere comportamenti prudenti; per esempio dare meno clamore ad una conversione religiosa, se questa possa aumentare i rischi alla loro incolumità?
Come si chiede ai cittadini giustamente, con un provvedimento approvato recentemente, di non recarsi in alcuni paesi considerati pericolosi ed, in caso contrario, lo Stato richiederà il rimborso delle spese sostenute per la loro liberazione. Ognuno è libero di fare quello che vuole, ma non quello di fare pagare ad altri le spese delle sue personali decisioni! Abbiamo sentito delle voci risentite, anche presso alcuni abitanti di Fabrica di Roma, a proposito dello “sproposito” di forze impiegate per la sicurezza di un solo cittadino, non di una istituzione! Forse sarebbe opportuno trovare delle soluzioni, nel rispetto della incolumità del sig. Hallam, affinché un tale sproposito venga ridimensionato!

mercoledì 18 febbraio 2009

LA RUSSIA / UNA MINACCIA PER L'EUROPA

Soros: la Russia è una minaccia
di Andrea PerroneL’Europa, non deve ignorare il pericolo proveniente dalla Russia, ma deve puntare ad una politica energetica comune per neutralizzare la Federazione. Sono queste in sintesi le parole pronunciate dal finanziere d’assalto e fautore delle “rivoluzioni colorate” in giro per il mondo, George Soros (foto). “L’Europa non può ignorare l’aggressione geopolitica della Russia”, ha dichiarato senza giri di parole il noto speculatore internazionale in un articolo intitolato “Alternativa alla Geopolitica: il problema russo”, pubblicato giovedì dal quotidiano economico russo Wedomosti. Non è un caso che il giornale suddetto sia nato da uno sforzo congiunto del Financial Times e del Wall Street Journal, rappresentanti di quella lobby anglo-statunitense che più avversa la rinascita della Federazione russa, dopo gli anni bui di Boris Eltsin e degli oligarchi. “Per avere successo, deve agire unita. Una politica comune europea non dovrebbe essere fondata esclusivamente sulla geopolitica, perché in questo caso l’interesse nazionale potrebbe essere più forte di quello comune. La Russia applicherebbe il principio del divide et impera, cosa che già compie”, ha proseguito Soros. A suo avviso, vi è ora un reale pericolo che la Russia possa provare ad attuare il suo vecchio sogno di appropriarsi di una parte dell’Europa, con questa pretesa vorrebbe risorgere a rango di potenza dominante. “In questa situazione, l’Europa deve perseguire una doppia strategia”, ha osservato Soros. L’Europa “da una parte deve difendersi dalla minaccia geopolitica della Russia” che è diventata ancora più attiva e aggressiva. “Dall’altra deve perseguire la forza della legge affinché la legge della giungla venga espulsa, e che l’esercizio della democrazia, la società aperta e la cooperazione internazionale sia più forte della geopolitica”. Ovvero creare situazioni come quelle che in Europa e in Asia Centrale hanno portato al potere dei burattini in mano alla Cia e a finanzieri senza scrupoli come Soros. Proseguendo l’articolo Soros ha poi dichiarato che è necessario aiutare l’Ucraina, che “è ora in una situazione molto pericolosa”, ed anche la Georgia. “La Russia ha la possibilità di affrontare questi Paesi, soltanto in virtù della sua superiorità militare e renderli così dei suoi satelliti”, sarebbe necessario opporsi a tutto ciò con i valori della società aperta, ha sottolineato il magnate. Un malcelato riferimento alle “rivoluzione colorate” messe in atto con i suoi soldi contro dei legittimi governi.

RIVOLUZIONE

Panem et circensedi Ascanio MontisciMa se il pane non c’è il circense accade in piazza e di fronte ai palazzi del potere:
"Se ne parla poco eppure accade. Tutti gli occhi del mondo sono rivolti verso Gaza e Israele. Non proprio tutti. L’Europa dell’Est è in fermento. Le proteste avvenute recentemente in Grecia forse erano solo un avvertimento. Da quella crisi è scaturito un rimpasto di governo, anche se il primo ministro ha rifiutato di dimettersi.Per paradosso, la mancata fornitura di gas ha fatto accendere la fiamma della protesta, in Bulgaria. Ma anche paesi che non hanno sofferto di questa crisi, ovvero i paesi baltici, si stanno ribellando contro i rispettivi governi. Colpa la crisi, che ha avuto anche più grande effetto a causa della crescita instabile e la corruzione diffusa. Partite dalla Lettonia, ora stanno infiammando anche la vicina Lituania.Manifestazioni in BulgariaSono al terzo giorno di protesta i manifestanti nella capitale Sofia. Già stretto il paese dalla mancanza di gas, ora più di duemila studenti, ambientalisti e agricoltori si sono riuniti davanti al parlamento per chiedere riforme per l’istruzione superiore, sussidi statali e, in primis, la dimissione del governo. Quello della Bulgaria è indicato dagli osservatori europei come uno dei più corrotti, e per questo ha rischiato di uscire dalle trattative per l’ingresso nella Ue più di una volta. In breve la protesta è degenerata in scontri con le forze dell’ordine che, su ordine del vicesindaco, hanno usato manganelli e lacrimogeni per disperdere la folla.Secondo i manifestanti, gli episodi di violenza sono stati preparati e pilotati dalla polizia, che ha ignorato le frange più violente della protesta per attaccare il resto del corteo. Circa 170 persone, compresi 22 minorenni, sono state arrestate. Venti persone, tra cui 7 poliziotti, sono rimaste ferite. Oggi avrà luogo una nuova protesta. Le misure di sicurezza sa ranno rinforzate. Ci sono quattro checkpoint di controllo dove la polizia potrà ispezionare pacchi sospetti e borse e chiederà le carte d’identità. Chiunque abbia meno di 14 anni sarà fatto entrare solo se accompagnato da un adulto.Gli agricoltoriI produttori di grano si sono aggiunti Martedì alla protesta per sostenere la loro domanda dell’immediato pagamento dei sussidi nazionali dell’anno passato, e chiedono che vengano aggiunti quelli del 2009 nell’attuale bilancio . Tutte le 18 compagnie di produzione hanno preso parte, e oltre 2000 veicoli agricoli sono stati usati. I sussidi si aggiungerebbero a quelli provenienti dall’Unione Europea, e sarebbero usati per tutti i settori agricoli e non solo per i produttori di grano. Inoltre si sono lamentati cdella vendita di grano di quest’anno ad un prezzo di un terzo inferiore al prezzo di mercato. Continuerann o a protestare finché le loro richieste non saranno soddisfatte.Ritorno al nucleareIl primo ministro bulgaro Stanishev ha annunciato venerdì che si sta facendo il possibile per riattivare una delle Unità degli Impianti di Energia Nucleare “Kozlodoy”. Se la crisi del gas continuerà, l’unità potrà essere riattivata in 45 giorni al massimo, aggiungendosi alla Slovacchia che pure ha proposto questa soluzione temporanea. L’UE protesta che ciò vìola i trattati di entrata nell’Unione, ma questi danno il diritto di prendere misure di questo tipo in una situazione di crisi. Stanishev sta considerando i rischi politici dell’azione e ha dichiarato che non ha l’intenzione di agire unilateralmente.LettoniaUna manifestazione contro il governo, inizialmente pacifica, è poi degenerata in sommosse e atti di vandalismo, martedì sera, nella capitale Riga. Aspri scontri con la polizia si sono avuti nei pressi del parlamento, circondato dalle forze dell’ordine per prevenire un assalto della folla. Era dal 1991, anno del collasso dell’Unione Sovietica, che non si vedeva una manifestazione di piazza di questo genere. La polizia ha dichiarato lo stato di emergenza.Venticinque feriti e 106 arresti è un primo bilancio.I manifestanti, convocati dall’opposizione, chiedono le dimissioni del premier Godmanis e lo scioglimento del parlamento: i quattro partiti della maggioranza sono accusati di immobilismo e di incapacità politica. La Lettonia è in preda ad una grave crisi economica e per arginare la recessione il Fondo Monetario Internazionale le ha stanziato 7,5 miliardi di euro.Già nel 2007 la piazza costrinse l’allora premier alle dimissioni, ma la maggioranza che lo sosteneva è rimasta al potere. Ora, una folla di 10.000 persone si è incontrata grazie alla chiamata dei partiti politici di opposizione, i sindacati e organizzazioni non governative contro le misure del governo di scaricare l’intero fardello della crisi economica in Lettonia sulle spalle della popolazione. Si è protestato anche contro la corruzione e l’incompetenza. Il governo lettone è composto da una instabile coalizione di sei partiti di destra, capitalisti ed estremamente nazionalisti.Alla fine della dimostrazione, un numero imprecisato di protestanti ha lanciato palle di neve e pietre verso gli edifici governativi rompendo alcune finestre. La polizia ha quindi risposto violentemente.In un annuncio pubblico mercoledì, il presidente Lettone Zatlers ha denunciato le manifestazione, ma ha anche ammesso che la fiducia nel governo, compresa la sua abilità di contrastare la crisi, è “collassata in modo c atastrofico”. Ha detto che cercherà dunque “nuove facce nel governo” per calmare il malcontento generale.I cambiamenti saranno conclusi per il 31 Marzo, ha affermato, o proporrà un referendum per sciogliere il parlamento. Un membro dell’opposizione ha fatto cenno alla radicalizzazione di alcune parti della popolazione, facendo un parallelo alla crisi in Grecia, con le manifestazioni contro la stagnazione economica, la povertà crescente , la corruzione diffusa e la disintegrazione del sistema educativo.LituaniaSi è presto diffusa la voce della protesta nei vicini di casa, ed è bastata una scintilla per far divampare le manifestazioni. A Vilnius la polizia lituana ha dovuto usare gas lacrimogeni e proiettili di gomma venerdì per disperdere la folla dal parlamento dello stato Baltico, dopo che la gente ha iniziato a lanciare sassi e bottiglie all’edificio du rante la manifestazione anti - governativa.La folla era parte di una più ampia dimostrazione chiamata dai sindacati quando il governo di centro-destra, al potere solo da Ottobre, ha alzato le tasse e tagliato le spese dopo che la flessione economica ha colpito i fondi statali. Cinquemila persone erano presenti totalmente, ma i problemi sembra siano venuti da un gruppo di circa 200 persone tra le 2000 presenti fuori dal parlamento. Dopo che è intervenuta la polizia anti-sommossa, è seguito uno stallo tra questa e i manifestanti.Un’altra parte della folla ha marciato lungo la via principale verso l’edificio governativo principale, ma la dimostrazione lì è stata pacifica. Alcuni chiedono “Educazione gratis per ognuno”.”
Autore: Alex BuaisciaFonte: Reset Italia
E questi sono solo i primi piccoli segnali…
Aspettiamo anche in Italia che accada o vogliamo comunicare in modo garbato e cooperativo ai nostri rappresentanti di cambiare marcia e rotta? Poi se non lo faranno se la saranno proprio cercata.
Il resto della civiltà occidentale sta andando verso dove ben sappiamo, per una volta però e dopo tanti secoli potremmo riprenderci la nostra posizione e dare il buon esempio. Questa era la culla della civiltà occidentale e ora quattro ex-barbari illetterati guidano la marcia trionfale verso il baratro e la guerra civile, perché di questo si tratterà fra poco ( io spero mai comunque).
La gente non ce la fa più, stanno aumentando anche da noi a dismisura le famiglie che non ce la fanno a campare. Sembra di essere in uno di quegli incubi in cui corri corri e non raggiungi mai la meta. E’ ora di svegliarsi e riprendersi in mano il futuro, palesemente incapaci sono quelli che stanno decidendo per noi, ma se questi signori non sentono il fiato sul collo, e fiato di gente sveglia ed informata, non cambieranno.
Loro guardano i sondaggi e cercano di pilotare “l’opinione pubblica” e finchè l’opinione pubblica non farà sentire la sua vera opinione niente e nessuno li farà cambiare registro.
Il resto sta a noi ed è meglio pensarci bene a quello che non vogliamo o vogliamo fare; abbiamo in mano ora il destino dei nostri figli, che futuro vogliamo per loro?

ANCHE LA CALABRIA/ICERENITORI

REGGIO CALABRIA, ALTRA VIOLENZA AD UN TERRITORIO GIA' MARTORIATO: L'INCENERITORE DI GIOIA TAURO RADDOPPIA
GIOIA TAURO -REGGIO CALABRIA (UnoNotizie.it)
Apprendiamo con l’ufficializzazione del raddoppio dell’inceneritore di Gioia Tauro dell’ennesimo tentativo di violenza nei confronti di un territorio ormai martoriato da scelte politiche trasversali scellerate. Per il governo nazionale, con il suo commissario all’emergenza Sottile, con la complicità dell’On. Loiero - che ha chiesto ed ottenuto la proroga dell’emergenza rifiuti in Calabria, benché fallimentare e piena di sprechi –la salute dei cittadini della Piana non conta nulla di fronte agli interessi economici di un’oligarchia imprenditoriale d’Oltralpe che, realizzando un erogatore di tumori grande il doppio rispetto a quello attualmente esistente, raddoppierà solamente i suoi guadagni rendendo tra l’altro antieconomici gli spostamenti della spazzatura da un estremo all’altro della Calabria.
Per il raddoppio dell’inceneritore di Gioia Tauro, come per il rigassificatore, come per l’ampliamento della discarica di Marrella, come per la Centrale Turbogas, come per il primo inceneritore ecc…, la salute delle popolazioni e la salvaguardia delle potenzialità dei sistemi economici locali basati sull’agricoltura e sul turismo viene sempre in secondo piano: si è sempre proceduto con Valutazioni d’Impatto Ambientale misteriose o inesistenti o senza Valutazioni Ambientali Strategiche nel nome di un’emergenza che dura ormai da 11 anni.
Il fuoco trasformerà ogni giorno centinaia di tonnellate di rifiuti provenienti dall’intera Calabria in centinaia di tonnellate di ceneri altamente tossiche e in fumi intrisi delle micidiali nanopolveri e diossine di dimensioni prossime a quelle molecolari (un diametro compreso fra 2 e 200 nanometri, cioè un milionesimo di millimetro). Queste polveri entrano in vari organi del nostro corpo dove provocano forme infiammatorie croniche e varie forme di cancro e non esiste in commercio alcun tipo di filtro da applicare all’inceneritore in grado di arrestarle.
Per P.B.C. l’unica strategia valida e seria da percorrere è , con la raccolta differenziata , quella dei Rifiuti Zero: produrre solo ciò che può essere riciclato. A prima vista sembra un’utopia ambientalista, in realtà è parte integrante della nuova rivoluzione industriale avviata da alcuni tra i paesi più avanzati, in particolare Giappone e Stati Uniti, già negli anni '80 e che P.B.C. vuole applicare nella Piana.
P.B.C. chiede al commissario all ‘emergenza e al Presidente Loiero di realizzare, ad esempio, nella piana una centrale di compostaggio, indispensabile per poter effettuare la raccolta differenziata. P.B.C. si opporrà al raddoppio con tutte le sue forze e in ogni modo democratico e fa appello alla mobilitazione dei partiti politici, delle forze sociali, dei movimenti e dei singoli cittadini , ricordando che già una volta con un‘azione comune culminata nella manifestazione del 22 dicembre 2007, con più di 8000 persone in piazza, si è riusciti a bloccare l’ennesimo atto di violenza e prevaricazione nei confronti di un territorio altrimenti <> sempre più abbandonato al suo destino.

MUSSOLINO / DA LEGGERE

Questo articolo è dedicato all’ex fascista (era iscritto ai GUF – Gruppi Universitari Fascisti), poi ex comunista di fede stalinista, oggi Presidente della Repubblica democratica degli itaglyoti; il suo nome? Giorgio Napolitano. Questo gioiello dell’itaglyota gens, ha sentenziato che il fascismo ha provocato molto dolore nel popolo sloveno e alla minoranza slovena in Italia durante l’occupazione militare nella Seconda Guerra Mondiale.
Questa dichiarazione, ovviamente, tende a giustificare il massacro per foiba.
Genti istriane, giuliane e dalmate, che tanto dolore avete procurato agli sloveni, NON DIMENTICATE!
******
Ritengo opportuno iniziare questa contestazione riportando una dichiarazione di Francesco Saverio Nitti, costituzionalista, dichiarazione pronunciata il 27 luglio 1947, all’Assemblea Costituente (quindi in piena febbre antifascista): .

Ciò premesso, passo all’articolo.

VERITA’ DI COMODO DEI SOLITI NOTI
di Filippo Giannini

Da tempo questo giornale ricorda la tragedia vissuta da tanti italiani dell’Istria e della Dalmazia. Ne approfitto per portare la “mia piccola pietra” che valga ad alimentare un ricordo e a denunciare una delle tante contraffazioni storiche.
Qualche tempo fa un lettore scrisse al giornale col quale collaboravo affermando che nel 1942, per ordine di Mussolini . Questa notizia, a detta del lettore, fu riportata da una delle tante riviste che illuminano di verità storiche il nostro Paese.
Risposi che se fosse stato in grado di documentare l’asserto, avrei rivisto completamente la mia opinione su Mussolini. Lo stesso lettore fino ad ora non ha fornito quanto richiesto, né mai sarà in grado di farlo, tanto grossolana è la menzogna.
Dato, però, che Eraclito ammonisce e dato che la fantasia e le favole possono anche poggiare su una base di verità, la curiosità di modesto ricercatore, mi spinse ad indagare.
Dopo una breve visita all’Archivio dello Stato Maggiore Esercito, chiesi un incontro ad uno dei più validi studiosi del vicende dalmate, l’avvocato Oddone Talpo (purtroppo da tempo scomparso), autore della monumentale opera “Dalmazia – Una cronaca per la storia”. Le notizie da me raccolte dalle due fonti confermano quel che mi attendevo: quanto scritto dal lettore in questione, non solo è completamente falso, ma rappresenta addirittura un capovolgimento della realtà.
Inizio precisando che “l’isola prospiciente Fiume”, della quale si è accennato, era Arbe, oggi Rab.
Per la precisione storica, non è male rammentare che la Jugoslavia, concepita come Nazione, a tavolino, durante la conferenza della Pace del 1919 a Versailles, con chiaro intento anti-italiano, era composta da 14 etnie diverse e numerose minoranze, nonché da quattro antitetiche religioni. Ogni etnia e minoranza viveva (e vive) cementata dall’odio contro tutte le altre: cosicché da secoli quelle terre conobbero stragi di inusitata barbarie che portarono alla decimazione dell’etnia soccombente per opera di quella vincente, stragi oggi meglio conosciute come “pulizia etnica”.
Non è il caso, in questa sede di riportare i motivi per i quali l’Asse il 6 aprile 1941 invase la Jugoslavia, il cui esercito fu annientato in sole due settimane. Immediatamente si palesò l’impossibilità di portare la pace fra quei popoli così diversi gli uni dagli altri.
Sin dai primi giorni dell’occupazione varie bande slave locali erano più impegnate a sterminarsi fra loro che ad affrontare le forze occupanti. Cosicché la nostra 2° Armata – accolta con favore dalla popolazione civile – fu impiegata a frapporsi fra le varie bande onde evitare il compiersi di stragi. Poi vennero a formarsi le bande comuniste di Tito, foraggiate dall’Unione Sovietica obbedienti (in quel momento) agli ordini di Stalin.
Per cercare di pacificare quelle terre, il 7 giugno 1941 Mussolini nominò Giuseppe Bastianini (che si era già dimostrato valente diplomatico) Governatore della Dalmazia. Egli constatò immediatamente che la situazione era molto complessa: anche perché si trattava di governare un territorio che aveva per confinante l’”alleato” Ante Pavelic, capo degli Ustascia i quali, oltre tutto, non avevano accettato di buon grado l’occupazione italiana della Dalmazia.
Intanto le bande partigiane di Tito, dopo aver sterminato i cetnici del monarchico Mihajlovic, iniziarono una serie di azioni terroristiche contro le forze dell’Asse, ma anche contro i contadini colpevoli di non rispondere al reclutamento partigiano. annota Bastianini .
E’ poco conosciuta una direttiva del Primo Corpo Partigiano bosniaco, emessa nel 1943: . A queste azioni terroristiche rispondevano, con pari ferocia, gli Ustascia di Pavelic. Cosicché, facilitate dalla disposizione a pelle di leopardo delle varie etnie nel territorio, le stragi raramente potevano assumere una chiara connotazione di responsabilità. Serbi, croati, bosniaci, sloveni, ognuno massacrava gli altri: a Livno furono uccisi 12 cittadini, a Glivna 650, a Knin vennero impiccati tutti i quarantasette rabbini e gli ebrei superstiti della zona vennero posti in salvo dagli italiani (leggi: fascisti) con un trasferimento in Calabria. E’ inutile aggiungere che nel dopoguerra questi massacri perpetrati dagli slavi vennero addebitati alle forze dell’Asse (vedi dichiarazione di Giorgio Napolitano). La verità è completamente diversa: gli abitanti dei villaggi chiedevano la protezione delle nostre truppe. A Knin e dintorni i cittadini presentarono una petizione, con centomila firme, per chiedere l’annessione all’Italia e la cittadinanza italiana. Molti giovani del luogo si arruolarono nel Regio Esercito e molti di loro, circa un migliaio, dopo l’8 settembre 1943 continuarono la lotta antipartigiana nelle file della R.S.I..
Verso la metà del 1941 iniziarono gli attentati contro le nostre truppe, causando decine di morti e feriti. A novembre 1942 fu effettuato un attentato che, per la sua efferatezza fu peggiore dei precedenti. Nei pressi di Capocesto (Spalato) vennero massacrati in una imboscata 21 soldati italiani (17 marinai e 4 genieri). Si può immaginare il disgusto e la rabbia che provarono i soccorritori quando, giunti sul luogo, videro i corpi dei propri camerati orrendamente straziati. Seguendo una “tecnica” prettamente slava ai morti erano stati strappati i testicoli e gli occhi e i primi erano stati inseriti nelle orbite vuote. Come reazione, che oggi possiamo definire inumana e irrazionale – ma allora comprensibile e legittimata dalle vigenti leggi di guerra – il generale Cigala Fulgosi, comandante della Piazza di Spalato, dette ordine di attaccare dal cielo e da terra Capocesto. Per il vile attentato pagò la popolazione civile che lasciò sul terreno 150 morti.
Quando Bastianini venne a conoscenza del fatto, impartì l’ordine di soccorrere e, per quanto possibile, riparare il danno subito dalla popolazione.
Durante la lunga lotta antipartigiana le nostre truppe catturarono migliaia di individui passibili, per le citate leggi di guerra, di essere passati all’istante per le armi. Il Tribunale Straordinario, appositamente istituito per la lotta contro i ribelli, emise solo 58 sentenze capitali, e di queste 47 eseguite. Gli altri partigiani furono inviati in appositi campi di internamento e, fra questi troviamo appunto, l’isola di Arbe alla quale il lettore aveva fatto riferimento.
Allo scopo di evitare nuove situazioni di pericolo per i nostri soldati, per ordine di Bastianini furono internate anche le famiglie dei ribelli.
Questi nuclei familiari vennero sistemati in baracche. Forse a causa dello scarso riscaldamento, oppure per il cibo insufficiente e non appropriato al clima, inasprito dall’imperversare della gelida bora, si verificò la perdita di 350-400 internati.
Sulle vicende dell’isola di Arbe ha scritto Rosa Paini, ebrea, nel libro “I sentieri della speranza”. A pag. 130: .
Quindi nessun “massacro di donne e bambini” ordito da Mussolini, bensì un lodevole intento di salvare migliaia di vite umane.
Gli internati ad Arbe – e in molte altre località - slavi ed ebrei, dopo l’8 settembre ’43 caddero in mano dei tedeschi e degli Ustascia e la loro sorte fu tragica.
Ma questo è un altro discorso.
La storia di Arbe – divenuta in serbo-croato – Rab si arricchisce di un’appendice resa nota da un documentario trasmesso dalla RAI/TV l’8 luglio 1997: a Rab, nell’immediato dopoguerra, il “lager” era diventato uno dei più famigerati campi di sterminio di Tito. Il documentario ha attestato che nell’isola transitarono 30 mila persone: di queste 4.000 vennero bruciate o massacrate, molte si suicidarono, molte altre impazzirono.
Quella che abbiamo sinteticamente ricordato è una delle tante storie delle quali – per bassi motivi di politica – la verità è stata completamente capovolta.
Mi riprometto di tornare sull’argomento perché su questo, c’è molto, molto, ma molto altro da aggiungere. Altro che “il fascismo ha provocato molto dolore ali sloveni”.

martedì 17 febbraio 2009

CHIAIANO - LA MONNEZZA O.K.

Chiaiano, firmata l’ordinanza di apertura della discarica
Il provvedimento della struttura del sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso, è immediatamente operativo: già nella notte dunque i primi camion potrebbero sversare i rifiuti, provenienti esclusivamente dalla città.
La discarica è stata allestita dagli uomini della Protezione Civile in meno di sei mesi e ha una capienza complessiva di circa 700 mila metri cubi, divisi in due vasche principali. Nella prima fase, però, verranno portate non più di 200 tonnellate al giorno, per completare le opere di bonifica e quelle relative alla viabilità della zona.
L’apertura del sito è stata ritardata di qualche settimana rispetto al programma iniziale poichè si è reso necessario procedere alla rimozione totale del materiale contenente l’amianto ritrovato all’interno della cava e a una serie di opere di contenimento lungo una parete rocciosa.
I primi autocompattatori carichi di rifiuti sono già arrivati durante la notte, a poche ore dalla firma dell’ordinanza. I comitati civici che si oppongono all’apertura dell’impianto si stanno intanto mobilitando per un’assemblea all’aperto da tenere alla rotonda Titanic, crocevia delle proteste degli ultimi mesi.
Il sindaco di Marano, Salvatore Perrotta, intanto ribadisce il suo no alla discarica di Chiaiano, quartiere della periferia di Napoli che si trova al confine con il suo comune: “Non è la soluzione al problema ma solo un modo per mettere sotto il tappeto i problemi. Quella di stanotte è una forzatura inutile, sono stati anche sordi al mio appello di aspettare il 25 febbraio, quando è attesa la pronuncia del Tar del Lazio sul nostro ricorso contro l’apertura della discarica. E’ un’accelerazione che non porta da nessuna parte ma crea solo tensioni”. ( fonte: repubblica.it )
Il comune di San Remo: “Lo spot della Campania? Ci danneggia”. In forse la messa in onda dello spot. Deciderà la Rai più tardi.
APERTURA DELLA DISCARICA: scenario di una lunga notte
Posted: 16 Feb 2009 07:58 PM CST
Immagini tratte dal sito www.emergenzarifiuticampania.it
NEWS: Ore 17.00 Assemblea al presidio
Sono le ore 2.30 del 17 febbraio e la notte è ancora lunga.
Polizia, carabinieri, finanza e digos per le strade già dalle 23.00 del 16 febbraio. E’ bastata qualche volante e camionetta per capire che l’apertura della discarica sarebbe avvenuta questa notte..per adesso solo un grande faro che illumina la cava ancora vuota.
Cassonetti ribaltati per tutta la città di Marano… e boati di cui non si percepisce la provenienza.
ECCO LE FOTO
Ore 3:50 arrivano i primi compattatori e scaricano provenendo da Via Cinque Cercole. Così viene inaugurata la discarica di Chiaiano. Dopo aver scaricato ricoprono il tutto con terreno.
Ore 8:58 la polizia resta presente per le strade di Chiaiano.
Ore 10:30 mobilitazione dal presidio… Ora più uniti di prima.
Ma che razza di scuola è?
Posted: 16 Feb 2009 01:08 PM CST
- Una scuola che si “governa” tramite un consiglio di amministrazione, diretto e gestito con poteri assolutistici dal dirigente scolastico e formato da 11 persone tra rappresentanti di docenti, genitori, studenti (nelle superiori con voto consultivo), degli enti locali, delle realtà culturali, produttive (che condizionerebbero la vita della scuola secondo i propri interessi, soprattutto se sono tra i finanziatori) e nessuna rappresentanza del personale ATA. - Una scuola che può essere trasformata in fondazione e soggetta al condizionamento di chi la finanzia e la gestisce con la presenza nel consiglio di amministrazione, come se si trattasse di una SpA.- Una scuola regionalizzata con il trasferimento a tali enti delle risorse umane (docenti e ATA) e dei beni e delle risorse finanziarie.- Dove si lavorerà per chiamata diretta come in una ditta privata, senza la garanzia di un pubblico concorso nazionale, ma con un concorso di istituto.- In cui i docenti non decidono neanche dell’offerta formativa, perché il piano elaborato dal collegio dovrà subire l’approvazione dell’onnipotente consiglio e dovrà soddisfare la richiesta prevalente delle famiglie.- Con i docenti inquadrati per gradi come in un corpo militare e promossi al grado superiore, se lo vorrà il dirigente e il ministro delle finanze, che concederà i soldi.- Con capi sottocapi e caporali.- Sottoposti a periodica valutazione sull’attività svolta, documentata nel loro portfolio.- Dove tra due insegnanti, a parità di ore lavorate ed anzianità di servizio, potranno esserci consistenti differenze di retribuzione, sulla base di un presunto merito attribuito da una commissione interna presieduta dal dirigente, con tutti i probabilissimi risvolti clientelari del caso.- Dove il precariato sarà una condizione lavorativa permanente di tutti.- Senza rappresentanza sindacale di istituto, le cui mansioni sarebbero svolte da più compiacenti associazioni professionali.Quest’ obbrobrio non è la scuola della Costituzione!Eppure tutto ciò, per quanto incredibile e orribile, è contenuto in un disegno di legge presentato da Valentina Aprea (viceministro dell’ istruzione), attualmente in discussione in Parlamento.il DDL Aprea è un colpo mortale alla Scuola Pubblica e ai diritti dei lavoratori
- Destruttura il carattere pubblico dell’istruzione statale.- Elimina la libertà d’insegnamento- Attacca la Costituzione.- Infrange l’unicità della funzione docente istituendo gerarchie di ruolo, giuridiche e funzionali.- Viola le regole generali per il reclutamento dei dipendenti pubblici.- Svilisce il contratto nazionale.Bisogna disinnescare subito questo pericolosissimo progetto attraverso una massiccia opera di controinformazione ed una mobilitazione generale e diffusa nelle Scuole e nel Paese
Il Forum Insegnanti
CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ISTRUZIONE BENE COMUNE DI TUTTI I CITTADINIFIRMA E DIFFONDI QUESTO APPELLO
PER ADERIRE > scarica il modulo per la raccolta delle sottoscrizioni da compilare, digitalizzare con lo scanner e spedire via email all’indirizzo: info@foruminsegnant i.it > Oppure aggiungi semplicemente la tua firma on line cliccando qui
Domenica 22 febbraio, Beppe Grillo al Presidio

LE POLVERI SOTTILI /STEFANO MONTANARI- DA LEGGERE E FARE UN'OFFERTA PER LA NOSTRA SALUTE

Già vi ho parlato della promessa dell'editoria italiana, del romanzo su Vasco Rossi che farà successo sin dalla prima edizione, dalla più attesa biografia romanzata del mitico cantante.L'autore è un ormai famoso romanziere ciociaro che ha già scritto alcuni libri e con questo libro segnerà la sua carriera con un impressionante salto di qualità. Mario Lagi, l'autore, è un mio caro amico ed è anche una persona fantastica, al punto da decidere di devolvere parte dei ricavi del libro alla ricerca del Dottor Stefano Montanari, il quale, ha scritto la prefazione del libro; eccola di seguito in esclusiva (il libro non poteva iniziare meglio):
"Io sono nato nel 1949 e, dunque, ho qualcosa di più dei cinquantasei anni che si trovano nella prima pagina di questo libro.
Sono vecchio. Vecchio nel senso della biologia umana. Un lampo nella padella, come dicono gl’inglesi, nella biologia dell’Universo.
Alla mia età l’amore diventa qualcosa di molto diverso, anche se di quello delle canzoni e del libro di Mario Lagi che sulle canzoni corre, quello del milione di baci dell’ultima riga, resta indelebile il profumo. Se alla mia età si alza la testa per un attimo ci si accorge, e ci si sorprende, di essere scivolati, avanzando impercettibilmente, in un bozzolo universale, se un bozzolo, piccolo e stretto com’è, può racchiudere il concetto più incomprensibilmente grande che siamo capaci di pronunciare e però mai di capire: l’Universo.
La mia generazione, che poi è la stessa del mio conterraneo Vasco Rossi, non può far finta di niente: è lei, la nostra generazione, ad avere impugnato l’arma che può dare il colpo di grazia al mondo e a tenere il dito teso sul grilletto. Siamo noi, i ragazzi del '68, quelli che ascoltavano le prime canzoni di Vasco gracchiate a transistor attraverso quelle che si chiamavano allora “radio libere”. Chissà se Vasco si ricorda di Massimo Dammacco, chitarrista, di Marco Dieci, gentile quanto preparato musicista, o di Carlo Savigni, fondatore, voce e anima di Modena Radio City...
In quella radio feci qualcosa anch’io: musica country americana degli anni della Depressione e musica popolare inglese di qualche secolo addietro. Piaceva solo a me. Poi si metteva un nastrino, non so se regolare o pirata, di Vasco e l’ascolto andava alle stelle.
Siamo noi, Vasco, che abbiamo soffiato sul castello di carte, e lo abbiamo fatto credendo di soffiare sul cemento armato. Noi abbiamo fatto un atto di fede assurdo e creduto che il mondo, in piedi imperterrito da miliardi di anni e di cui noi siamo inquilini da ventimila secoli, resistesse a tutto, ai nostri insulti capricciosi di bambini viziati che giocano con un fucile carico, così come aveva sempre fatto prima.
E, invece, no: il mondo è fragile come la più fragile delle casette dei Tre Porcellini. E il Lupo Mannaro siamo noi, noi che non mangeremo il porcellino perché siamo lupo e porcellino insieme, carnefici e vittime, cannibali di noi stessi.
Ormai da anni io sto conducendo delle ricerche sul cancro della Terra, un cancro che è più virulento della guerra, del disastro economico in cui ci stiamo calando o di qualunque malattia presa da sola. Le scoperte di mia moglie, Antonietta Gatti, sono inequivocabili: le polveri sottili, sottilissime, che noi, gli apprendisti stregoni, stiamo producendo scriteriatamente e con lena crescente sono fonte di malattie terribili e perfino dell’attacco al genoma umano, vale a dire del libretto d’istruzioni secondo cui un essere umano è costruito e funziona. Vasco, Mario, ascoltatemi: noi rischiamo di non essere più noi nelle generazioni che verranno e ciò che ne sortirà non sarà nulla di buono.
Io lavoro su queste scoperte dedicandomici anima e corpo, e l’ho fatto e lo faccio fino alla rovina economica, fino all’esaurimento fisico. Non importa: questo è l’amore dei miei sessant’anni.
Ma le ricerche costano quattrini, quelle ricerche che stanno già salvando da una morte orribile qualcuno e che stanno già cominciando a minare alla radice la follia di politici che, per intascare quattro soldi, non esitano a devastare l’ambiente, un ambiente in cui siamo costretti a vivere tutti senza possibilità di fuga, una sorta di vaschetta dei pesci rossi. Costano quattrini. Tanti. Tanti quanti io stesso non avrei mai potuto immaginare.
E allora, in mancanza del dovuto sostegno istituzionale, anzi, a causa del boicottaggio di chi dovrebbe preoccuparsi solo del bene comune, questi denari vanno raccolti dalla gente. Vanno raccolti da chi rinuncia ad una serata in pizzeria o in discoteca, vanno raccolti da chi fa a meno di qualche spicciolo che si ritrova in tasca. Una vergogna? Sì: una vergogna.
È così che Mario Lagi, al termine della sua fatica letteraria, ha deciso di donare parte dei proventi alla nostra ricerca, la ricerca su quella disciplina scientifica che si chiama nanopatologia.
A lui un grazie commosso e l’augurio a tutti, a Mario, a Vasco, a chi sta leggendo questo libro e, soprattutto, a chi verrà dopo di noi, di tornare a vivere in una favola senza lupi."Stefano Montanari

E' FINITA / LEGGERE

Quante notizie vi hanno nascosto negli ultimi dieci giorni? Cosa sapete veramente del “Pacchetto Sicurezza”? E del trattato con la Libia del 3 febbraio, dove il nostro caro governo darà via cinque miliardi di euro? Avete forse sentito parlare della guerriglia all’Innse di Milano, dello scontro con la polizia degli operai Fiat, del coprifuoco a Vicenza, delle cariche sugli antifascisti a Padova? Guardate che è avvenuto in questi giorni! Si sta di fatto prefigurando uno stato di polizia: con l’annientamento della magistratura, la creazione di Ronde di guardia, la sottomissione della Corte dei Conti alle decisioni del Governo e la trasformazione dei PM in specie di avvocati alle dipendenze dello stato, senza più garanzia di divisione tra i poteri, come prevede la Costituzione. Si potrà intercettare solo per un numero limitato di giorni anche se si stanno scoprendo le prove di reato e lo si potrà fare solo se ci sono gravi indizi di colpevolezza, indizi che non si possono quasi mai avere, dato che devono essere raccolti proprio con le intercettazioni stesse. Nei casi di criminalità organizzata c’è un’eccezione, ma come fai a sapere che la criminalità è organizzata se prima non intercetti? Le intercettazioni ambientali saranno valide solo nel corso del reato, non quando i banditi si mettono d’accordo per fare una rapina. I processi saranno rallentati da ulteriori adempimenti burocratici e i criminali potranno scegliersi il giudice: basterà denunciare quello che non piace. Ai giornalisti non sarà più permesso raccontare fatti durante le indagini preliminari, che spesso durano anni. E un’ultima chicca: il bavaglio a internet.Ma la televisione di cosa si è occupata invece in questi giorni? Del caso Eluana! Capite bene: lo scopo era quello di distogliere l’attenzione, in un momento dove tante porcate devono essere approvate. Le rare volte in cui si è parlato del Pacchetto Sicurezza, lo si è fatto sorvolando sulle reali conseguenze e facendo confusione sulla procedura legislativa, che i giornalisti sembrano proprio non conoscere. Non sanno ad esempio che differenza c’è tra l’approvazione del Senato di un ddl e la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica. Sembrano non aver proprio capito che quando il ddl esce dal senato, a volte deve tornare alla Camera, che approva le modifiche. Insomma, non solo ci distolgono dai fatti veri, ma cercano di crearci una gran confusione. Infatti sanno bene che un popolo di pecore ignoranti non può re agire.Così, passo dopo passo, stanno di fatto creando uno stato non più di diritto, ma sempre più prossimo a un potere unico, accentrato nelle mani di una sola persona. Insomma, la piattaforma di lancio ideale per una “dittatura presidenziale rafforzata”. E l’importante, in momenti come questo, è poter accendere la televisione e sentirsi dire che tutto è sotto controllo, che dobbiamo consumare di più e che il presidente del consiglio sta lavorando come un matto per il nostro bene.

sabato 14 febbraio 2009

ABUSI SESSUALI/DEGRADO MEDIEVALE

Vendeva le figlie per cinque euro
}ERANO piccole, "solo" bambine. Dunque costavano poco o niente, certamente meno di una prostituta. Cinque, dieci euro al massimo, i soldi necessari per fare la spesa.
Qualcosa in più se alle prestazioni sessuali partecipava anche la madre, che qualche volta si divertiva a truccare le sue piccole vittime per renderle più attraenti agli occhi dei loro aguzzini. Una vicenda agli infimi livelli dell´umanità, tanto che la fortuna delle bambine violentate da cinque uomini diversi tra cui uno zio (che non pagava) è stata, paradossalmente, vivere in condizioni di sporcizia e degrado. Al punto da attirare l´attenzione di un vicino di casa che, senza sapere nulla delle violenze sessuali, ha chiamato i servizi sociali. Così i sei figli della madre aguzzina sono stati tolti alla donna e affidati a una casa famiglia. Lì le due bambine più grandi hanno cominciato a raccontare di quei soprusi subiti quando ancora non avevano compiuto dieci anni.Ieri la squadra mobile del vicequestore Vittorio Pisani ha arrestato la madre degenere, lo zio acquisito, il convivente della donna e tre fratelli vicini di casa. Tutti considerati responsabili di quelle violenze sessuali inflitte, fino a tre anni fa, alle due figlie maggiori della donna loro complice, anche se la terza figlia - all´epoca dei fatti di appena sette anni - veniva costretta ad assistere ai rapporti sessuali cui partecipava anche la madre. Vicenda che si consuma nel degradato rione Salicelle ad Afragola, a pochi passi dal tugurio dove, appena nell´agosto scorso, furono i carabinieri a salvare sei bambini dal totale degrado in cui erano stati abbandonati dai genitori. In questo caso la gestione di quei rapporti sessuali era affidata alla madre dei sei piccoli (tutti figli di un uomo che aveva poi abbandonato la famiglia) che aveva a sua volta un convivente. Prendeva gli appuntamenti con il telefonino, conduceva le due bambine sotto i dieci anni in un luogo che le stesse piccole vittime hanno poi chiamato "il capannone", in realtà un sottoscala vicino alla loro casa di corso Meridionale. Lì avvenivano gli abusi sessuali, secondo quanto ricostruito dagli investigatori durante il 2006 e il 2007. In cambio di pochi spiccioli a seconda di quello che, quel giorno, serviva in casa. Poi lo spiraglio di luce. Quando un vicino di casa si accorge di quelle bambine sporche, mal curate e mal vestite. Abbandonate a se stesse. È sconvolto, e certo non pensa che può esserci qualcosa di peggio del degrado. Così segnala il caso ai servizi sociali, che in breve portano via i sei bambini trasferendoli in una casa-famiglia. Da allora passano ben tre anni di apparente normalità. I bambini si abituano alla loro nuova vita, ma solo qualche settimana fa le due bimbe più grandi - oggi di dodici e tredici anni - cominciano a raccontare: «Mamma ci faceva fare le cose sporche perché doveva fare la spesa...». Vanno quindi avanti con dettagli raccapriccianti, raccontano di quegli uomini che abusano di loro. Descrivono i volti, dicono i nomi e indicano le loro case. Dicono addirittura che ce n´è un sesto, di aguzzino. La polizia confermerà la circostanza: è il quarto dei tre fratelli arrestati che però nel frattempo è morto. Quindi lo zio e il convivente pure complici e la mamma, che «non era buona con noi». Nessuno dei sei arrestati ha firmato il verbale di arresto: non sanno scrivere.

SALUTE / I MEDICI DENUNCIANO

SALUTE: OZONO SENZA CONTROLLI A CIVITAVECCHIA. I MEDICI DENUNCIANO TUTTO IN PROCURA
CIVITAVECCHIA-ROMA (UNONOTIZIE.IT)
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI CIVITAVECCHIA
ESPOSTO - DENUNCIA
Il Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (CNCMAS – sez. Lazio)
L’Associazione Italiana dei Medici per L'ambiente (ISDE - International Society of Doctors for the Environment - sez. Alto Lazio)
ESPONGONO
quanto segue:
- il Comune di Civitavecchia, con delibera della Giunta Regionale del Lazio n. 521 del 14/02/1995, risulta inserito tra le aree a rischio di inquinamento per la presenza di tre centrali elettriche situate complessivamente entro un raggio di circa 15 km dalla città, un porto sede di intenso traffico navale ed il traffico stradale;
- nell’ottobre 2003 la Commissione Europea, in riferimento al reclamo presentato da comitati di cittadini, ha aperto una procedura di infrazione (2003/4497) nei confronti dell’Italia per cattiva applicazione delle direttive 96/62/CE e 92/72/CEE in relazione all’inquinamento dell’aria nella città di Civitavecchia. In particolare era stato contestato all’Italia di non misurare le concentrazioni di particelle PM10 nella zona di Civitavecchia e, conseguentemente, di non rendere disponibili al pubblico le informazioni relative alle concentrazioni di particelle PM10 nella stessa zona (allegato n. 1);
- a distanza di circa 6 anni dobbiamo denunciare la stessa situazione per l’ozono;
- a seguito della nostra richiesta all’ARPA LAZIO di conoscere i livelli di ozono nel comprensorio di Civitavecchia, ci è stato comunicato: “Con riferimento alla lettera del 20.01.2009 del Coordinamento Nazionale dei Comitati dei Medici per l’Ambiente e la Salute (Sezione Lazio), acquisita dall’Unità amministrativa della scrivente Sezione provinciale di Arpa Lazio con prot. Entrata n.2099 del 27.01.2009, si rende noto che presso il comune di Civitavecchia è ubicata una centralina per il rilevamento della qualità dell’aria, non dotata però dell’analizzatore per la determinazione dell’Ozono” (allegato n. 2);
CONSIDERATO
- che nel rispetto del Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 183, attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all'ozono nell'aria, Gazzetta Ufficiale n. 171 del 23 luglio 2004 - Supplemento Ordinario n. 127, nel comprensorio di Civitavecchia l’ozono avrebbe dovuto e dovrebbe essere monitorizzato. I dati ottenuti sulle sue concentrazioni avrebbero dovuto e dovrebbero essere messi regolarmente a disposizione del pubblico.
CONSIDERATO INOLTRE
- che l’esposizione all’ozono, un inquinante secondario, provoca: respiro rapido e superficiale, irritazione delle vie respiratorie, tosse, spasmo bronchiale, riduzione della funzionalità polmonare, riacutizzazione dell’asma, riduzione della capacità del sistema immunitario nel combattere le infezioni batteriche, riduzione della performance atletica, congiuntivite, nascite premature, neonati di basso peso, possibile morte improvvisa del lattante, malformazioni congenite, riduzione dello sviluppo polmonare, possibili “modificazioni” a livello del sistema nervoso centrale che renderebbero in qualche modo più sensibile l’organismo all’azione degli inquinanti (U.S. EPA. Air quality criteria for ozone and related photochemical oxidants; 600/P-93/004aF). L’ozono sembra essere la chiave dell’aumento delle morti per cause cardiovascolari durante le ondate di calore (Occup. Environ Med 2007);
- che in Europa ogni anno l’ozono causa 21.000 decessi, circa un numero simile di ricoveri ospedalieri per malattie respiratorie e un numero molto elevato di altri disturbi che non richiedono il ricovero in ospedale (CAFE CBA: Baseline Analysis 2.000 to 2020 – AEAT/ED51014/Baseline Scenario. Issue 5). Livelli molto bassi di ozono sembrano avere lo stesso un impatto negativo sulla salute (Kim et al., 2004);
- che il progetto CAFE della Commissione Europea (Amann et al., 2005) ha previsto in Italia circa 4.000 morti premature nel 2.010 e 3.500 nel 2.020, qualora non si prendessero misure adeguate di controllo delle emissioni degli inquinanti precursori dell’ozono, questi ultimi emessi il 26 % dall’industria, il 26 % dalla produzione di energia, il 34 % dal traffico stradale, il 10 % da altre forme di trasporto ed il 4 % dall’agricoltura e dal trattamento dei rifiuti (EEA - Europe Environment The Fourth Assessment);
- che uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità effettuato su 13 grandi città italiane (9 milioni di persone) ha messo in evidenza che, a concentrazioni di ozono superiori ai 70 microgr/m3 - media massima giornaliera di 8 ore, corrisponde un aumento della mortalità per tutte le cause dello 0.6 % ed un aumento della morbilità molto più grande (Health Impact of PM10 and Ozone in 13 Italian Cities);
- che il CNCMAS ha ripetutamente diffuso da giugno a settembre 2009, ai media locali e nazionali, le previsioni quasi quotidiane degli alti livelli di ozono nel nostro comprensorio e nella maggior parte dell’Italia, pubblicate dal Rhenish Institute for Environmental Research at the University of Cologne (The EURopean Air Pollution Dispersion [EURAD] Project) (allegato n. 3).

VOLGONO ISTANZA
al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia di verificare se nei fatti esposti ricorrano ipotesi di reato ed in particolare se si sarebbero potute prevenire malattie o morti premature, soprattutto nelle persone più a rischio come bambini, donne in stato di gravidanza ed anziani, qualora nel comprensorio di Civitavecchia l’ozono fosse stato rilevato e la popolazione fosse stata informata. In caso affermativo, di procedere nei confronti dei responsabili anche con provvedimenti di natura cautelare a tutela della salute della popolazione e dell’ambiente e per ripristinare la legalità eventualmente violata.

ARTIGIANI / AIUTIAMOLI

VITERBO / 11-02-2009
CONFARTIGIANATO, LETTERA A BERLUSCONI: ''IMPRENDITORI LASCIATI SENZA IL SOSTEGNO DEGLI ISTITUTI BANCARI''
VITERBO (UnoNotizie.it) - A tanto ammontano i maggiori interessi imposti dalle banche agli imprenditori rispetto al calo del tasso di riferimento fissato dalla Bce.
L’allarme viene da Confartigianato che ha segnalato in una lettera al Presidente del Consiglio Berlusconi il grave peggioramento delle condizioni di accesso ai finanziamenti bancari da parte delle piccole imprese.
Secondo i dati elaborati dall’ufficio studi di Confartigianato, tra novembre 2007 e novembre 2008 lo stock di prestiti delle banche alle imprese individuali è diminuito del 2,6%. A “strangolare” le imprese non è soltanto il costo del denaro, ma anche le condizioni per ottenerlo, decisamente peggiorate come emerge dall’ultima rilevazione di febbraio dell’Osservatorio sull’imprenditoria giovanile di Confartigianato: negli ultimi tre mesi, il 38,7% dei giovani imprenditori ha riscontrato maggiori difficoltà nei rapporti con le banche. Difficoltà che si manifestano soprattutto con richieste ingiustificate di rientro anticipato degli affidamenti, con l’aumento dello spread sui tassi di interesse, con richieste di maggiori garanzie, con l’allungamento dei tempi delle procedure burocratiche.
“L’atteggiamento delle banche - dichiara il Segretario della provincia di Viterbo Andrea De Simone – appare tanto più ingiustificato se si considera che a ottobre 2008, nel pieno della crisi, il rapporto sofferenze nette/impieghi totali era addirittura diminuito al 1,08% rispetto al valore di 1,17% rilevato a luglio 2007, prima dello scoppio della crisi dei mutui subprime”.
De Simone sottolinea che le maggiori difficoltà gli imprenditori le registrano con gli istituti di grandi dimensioni. “Ciò dimostra – commenta il Segretario di Confartigianato imprese di Viterbo – che i processi di acquisizione e fusione del sistema bancario non hanno creato condizioni di maggiore convenienza per la clientela. Per le piccole imprese l’accesso al credito rimane più facile con le banche più piccole e radicate nel territorio, in particolare le banche popolari e gli istituti di credito cooperativo, che infatti erogano il 43,8% del totale dei prestiti bancari alle micro e piccole imprese con meno di 20 addetti”.
“Il nostro sistema economico – sottolinea infine Confartigianato nella lettera inviata al Presidente Berlusconi – rischia di crollare non perché alle imprese sia venuta meno la voglia di rischiare, ma per la crisi di liquidità. I nostri imprenditori non hanno perso la voglia di investire e di reagire alla congiuntura negativa. Ma questa loro propensione viene bloccata da un atteggiamento non altrettanto coraggioso da parte degli istituti bancari”.

MEDICINA ALTERNATIVA

ROMA / 13-02-2009
MEDICINA ALTERNATIVA: IL BENESSERE VIENE DALLA SAGGEZZA DELLA NATURA
ROMA (UNONOTIZIE.IT) Bistrattata dal mondo accademico, demonizzata dai rappresentanti delle industrie farmaceutiche, emarginata e additata dai medici ancora scettici. Lei, la medicina alternativa, resiste e prende sempre più spazio nella nostra società dei consumi, quasi a compensare quell’esasperazione di materialismo odierno. Omeopatia, floriterapia, oligoterapia, fitoterapia, sono queste le principali balaustre rappresentative dell’altra medicina. Sarebbe interessante argomentare la causa di questi attacchi violenti e ancor più interessante la tenace resistenza che essa vi oppone, ma dovremmo addentrarci in un ambito politico-economico e non è sicuramente questa la sede. Ma sul fattore resistenza una risposta la si può proporre: la medicina dolce parla un linguaggio formato da sottili vibrazioni, che hanno la capacità di comunicare alla nostra anima (psiche),o se preferiamo al nostro inconscio, riarmonizzandolo con la conseguenza di un riequilibrio corpo-mente. In questa rubrica ci occuperemo della floriterapia: i fiori di Bach. La branca floriterapeutica nasce dagli studi del dott. Edward Bach nella metà del secolo scorso, un medico omeopatico inglese che intuì grazie al suo genio, e ai progressi ottenuti dalla medicina omeopatica, un’analogia, una correlazione degli stati d’animo dell’uomo con le espressioni floreali di alcuni fiori selvatici. L’adattamento ambientale della pianta è perfetto, mentre l’uomo, o meglio il bambino, nella sua evoluzione adattiva alle stimolazioni ambientali-relazionali, spesso si ammala, si disarmonizza. Per il dott. Bach la malattia nasce da un conflitto della nostra anima con l’ego (io), di cui il sintomo fisico ( la malattia appunto) ne è l’espressione. Poiché il nostro adattamento psichico all’ambiente è spesso inconsapevole, somministrando il corrispondente floreale più simile all’individuo, quest’ultimo riceverebbe l’informazione energetica mancante alla sua coscienza, in grado di correggere gli squilibri psicosomatici. Detto questo passiamo ad argomentare il fiore del mese. Water Violet Anche se i fiori sono 38, il dott. Bach per primo ne scoprì dodici denominandoli “I dodici guaritori”. E studiosi successivamente a lui, come Damien e Krämer, associarono ad ogni “guaritore”, per analogia uno dei dodici segni zodiacali. Water Violet rappresenta e rispecchia la personalità dell’Acquario, è un fiore bianco lilla che vive nellepaludi, è una primulacea, il primo fiore che sboccia in primavera. Utilizzato in decotti ed infusi contro la leucorrea e per la scrofolosi. La caratteristica principale, del profilo psicologico degli individui rappresentati dal fiore nello stato disarmonico, è il rifugiarsi nella solitudine in un orgoglioso silenzio, irrigidendosi nelle proprie emozioni che controllano perfettamente, apparendo silenziosi o di poche parole. Soffrono di questa solitudine da loro stessi procurata, come se vivessero in una torre d’avorio,lontani dalla vita comune, temendo la mediocrità ed il distacco, che operano per non appartenervi. Piangono raramente e sono silenziosi o di poche parole, che elargiscono agli altri con preziosi ed oculati consigli, per questo molto ricercati, provano orrore a dominare gli altri e sono generosamente tolleranti. Nei bambini è riscontrabile la disarmonia di W.V. quando è palese il loro tenersi scostati dagli altri, quando assumono comportamenti superbi non chiedendo aiuto a nessuno. Vengono cercati dai compagni per consigli e compiti. I sintomi fisici corrispondenti sono; irrigidimento e tensione generalizzata alla schiena, spalle e zona cervicale, presenza di eczemi alla mano destra, per gli irrigidimenti con dolore delle mani e delle ginocchia e per la distorsione delle caviglie. Utile per i disturbi del collo all’altezza della tiroide, fitte di ago all’ovaio sinistro.aiuta durante la gotta. Psicologicamente, appartiene alla categoria della solitudine, per cui Krämer suggerisce di abbinarlo per una triade di consequenzialità ad alti due fiori, Chestnut Bud e Beech, di cui approfondiremo le particolarità in seguito. POSOLOGIA E PREPARAZIONE Nella loro forma pura, possono venire reperiti in farmacia o in erboristeria, e vengono chiamati “stock bottle”; quella è la tintura madre diluita nel brandy, utilizzato come conservante. Vengono poi miscelati in un contenitore da 30 ml, due gocce per essenza, insieme a un terzo di brandy o altro conservante, per i bambini ad es. aceto di mele, con aggiunta di due terzi di acqua tipo oligominerale. Il tutto viene dinamizzato (agitato) e assunto per via sub-linguale quattro gocce per cocktail di fiori, quattro volte al giorno o a seconda delle indicazioni. E' importante assumere i fiori lontano dai pasti, per permetterne una migliore assimilazione.